Il mistero dell’ornitorinco: l’analisi del genoma rivela che cosa lo ha reso così bizzarro

Per la prima volta, grazie all’attività di un team internazionale di ricercatori, è stata tracciata una mappatura completa del genoma dell’ornitorinco, che è tra i pochi mammiferi ancora esistenti a deporre le uova. Ciò ha permesso di comprendere meglio l’origine di alcune delle caratteristiche più strane di questo animale.
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Rubrica a cura di Federico Turrisi
29 Gennaio 2021

A prima vista, il corpo appare quasi quello di un castoro, con le zampe palmate e la pelliccia folta, ma sul muso ha un grosso becco che ricorda quello di un'anatra. Stiamo parlando dell'ornitorinco (nome scientifico Ornithorhynchus anatinus). Questa specie semi-acquatica, endemica della Tasmania e della parte orientale dell'Australia, non smette mai di affascinarci per un semplice motivo: sembra un ibrido che combina diverse parti di animali.

La prima volta che ti sei imbattuto nell'ornitorinco è stata molto probabilmente a scuola. Sui libri di scienze infatti lo trovavi all'interno della famiglia dei Monotremi, ossia tra le pochissime specie ancora esistenti sul pianeta, insieme all'echidna, di mammiferi ovipari; questo significa che depone le uova e allo stesso tempo è dotato di ghiandole mammarie che consentono di allattare i cuccioli.

Da tempo gli zoologi si stanno interrogando sui motivi per cui l’ornitorinco ha assunto una conformazione così particolare. Recentemente,  un team internazionale di ricercatori ha mappato per la prima volta l'intero genoma di questo animale, presentando i risultati dello studio sulla rivista scientifica Nature. Con un sequenziamento più completo, è stato possibile fare maggiore chiarezza su come siano emerse alcune delle caratteristiche più bizzarre dell’ornitorinco. A livello genetico, potremmo definirlo un incrocio tra mammiferi, uccelli e rettili, dal momento che ha conservato molti dei tratti originali dei suoi antenati. E quest'ultimo fatto si è rivelato determinante per l’adattamento all’ambiente in cui vive.

A differenza della stragrande maggioranza dei mammiferi, per esempio, l'ornitorinco è sdentato e per triturare il cibo (per lo più vermi e larve di insetti, ma anche crostacei d'acqua dolce), utilizza un paio di piastre cornee. Il motivo, spiegano gli scienziati, è da attribuire alla scomparsa di 4 degli 8 geni responsabili dello sviluppo dei denti circa 120 milioni di anni fa. Un’altra stranezza degli ornitorinchi individuata dagli studiosi è poi legata al modo in cui si determina il sesso. L'homo sapiens e tutti gli altri mammiferi hanno 2 cromosomi sessuali (XX per il genere femminile, XY per quello maschile), mentre l'ornitorinco e anche l'echidna ne hanno 10: 5 X e 5 Y.

Dalla mappatura del genoma emerge che la maggior parte dei cromosomi sessuali dei monotremi ha più elementi in comune con i polli che con gli esseri umani e che c'è un legame evolutivo tra mammiferi e uccelli. È proprio qui che risiede il fascino esercitato sui biologi dall'ornitorinco. Lo studio approfondito del suo genoma potrebbe aiutare a spiegare alcuni passaggi della storia dell'evoluzione e a farci comprendere come potevano essere i genomi dei mammiferi terrestri, inclusi noi uomini, prima che si adattassero ai vari ambienti.

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Laureato in lettere e giornalista professionista, sono nato e cresciuto a Milano. Fin da bambino ad accompagnarmi c’è (quasi) sempre stato un altro…