Situazioni meteorologiche estreme e imprevedibili significano raccolti incerti e ingenti danni economici per il settore agricolo. Nelle ultime settimane, è stata Assitol – associazione che riunisce i produttori di olio italiani – a lanciare un nuovo allarme: continuando di questo passo, anche per effetto dei cambiamenti climatici, è possibile che presto l’olio extravergine di oliva sarà sempre più introvabile sugli scaffali dei supermercati.
“È crisi per l’olio extravergine d’oliva”, scrive Assitol. “Colpa della disastrosa campagna olearia, su cui hanno inciso siccità ed episodi di meteo estremo, e dei rincari della materia prima”.
Non è la prima volta che l’associazione cerca di far trasparire le difficoltà che la produzione dell’olio italiano sta affrontando a causa di un clima sempre più avverso, che fa calare la produzione di olive e, allo stesso tempo, spinge il prezzo alle stelle.
Il nostro Paese, famoso nel mondo per il suo olio di qualità, prezioso ingrediente della dieta Mediterranea, avrebbe già perso il 30% della propria produzione di olio. In Spagna, invece, la produzione si sarebbe addirittura dimezzata.
“Questa contrazione record ha generato l’impennata verso l’alto dei costi della materia prima, cui si sono aggiunti i rincari energetici e quelli del confezionamento. La disponibilità di olio, sia in Italia che all’estero, è quindi ai minimi termini”, continua Assitol.
“Sta succedendo quello che avevamo paventato agli inizi della campagna – spiega Andrea Carrassi, Direttore Generale dell’Associazione – a causa della scarsa produzione, il nostro settore rischia di non avere a disposizione la quantità di extravergine sufficiente a rifornire il mercato nei prossimi mesi”.
Anche la violenta alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna nelle scorse settimane ci ha dimostrato come gli eventi meteorologici estremi stiano diventando sempre più frequenti e distruttivi. Ma non solo: a minacciare la produzione di olio c’è anche El Niño, fenomeno climatico che, come allerta l’Organizzazione meteorologica mondiale (WMO), tra luglio e settembre potrebbe portare a nuovi picchi di calore nelle temperature globali.