Ancora un incidente a una ciclista a Milano: cosa manca alla città per essere sicura per le biciclette?

Ancora troppe morti di ciclisti nel capoluogo lombardo. Milano ha un problema di mancata regolamentazione dell’intermodalità tra mobilità leggera e non. Il sindaco Sala intanto promette nuove e tempestive azioni per la salvaguardia di tutti.
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Francesco Castagna 31 Agosto 2023

"Dobbiamo andare oltre la questione delle piste ciclabili e ne ho parlato stamattina con il consigliere Marco Mazzei, che praticamente vive in bicicletta ed è una persona con grande buon senso. Faremo un gruppo ristretto per consegnare alla città il nostro percorso per diffondere le biciclette in sicurezza", ha dichiarato il sindaco Beppe Sala a margine della cerimonia di apertura della Fei Jumping European Championship Milano 2023.

Dopo l'incidente che ha tolto la vita a una 26enne in Porta Romana, sono diversi gli esponenti politici e del mondo del ciclismo che chiedono alla giunta milanese provvedimenti rapidi per mettere in sicurezza i ciclisti nel capoluogo meneghino.

E la risposta delle istituzioni è arrivata, perché il sindaco Sala ha detto che: "La città a 30 all'ora non è sufficiente anche su questo andremo avanti, ma tutti gli incidenti che abbiamo avuto sono stati in situazioni in cui il problema non era di velocità ma di coesistenza dei mezzi". Poi ha fatto sapere di voler sentire il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini, per discutere insieme a lui in merito al nuovo Codice della Strada che, a detta del ministro, prevedrebbe grande attenzione per i ciclisti.

Regolamentare la viabilità dei ciclisti nei centri urbani sembra una cosa semplice, ma non lo è affatto. Se infatti il Comune ha già avviato un percorso, ad esempio, per normare l'accesso dei mezzi pesanti, limitandolo esclusivamente a chi possiede i sensori dell’angolo cieco e confermando di non accettare nessuna deroga.

Sul tema si era espresso anche Simone Lunghi, angelo dei Navigli che avevamo sentito per parlare del suo attivismo nei corsi d'acqua di Milano, che sui suoi social in occasione della morte di un ragazzo avvenuta agli inizi di agosto aveva scritto: "Il progresso si misura facendo si che le auto rispettino i limiti per rispettare le vite umane dei pedoni giacché sugli umani, come abbiamo tristemente constatato, è inutile far troppo affidamento".

Secondo il report libero del movimento La Città delle Persone, un insieme di associazioni e comitati, le morti di ciclisti in strada nel 2023 sarebbero state finora 15. Nel 2022 sono state registrate 20 morti.

Ma da dove si potrebbe partire per mettere in sicurezza le strade milanesi? Sicuramente riducendo il numero delle auto, che a Milano continuano a essere ancora alto. Un esempio da seguire potrebbe essere quello di Parigi, ma è notevole anche l'impegno di Londra.

Il sindaco londinese Sadiq Khan ha avviato una politica coraggiosa di promozione dell'uso della bici, istituendo delle vere e proprie zone libere dalle auto. In realtà, già a maggio del 2020, Khan aveva realizzato la zona "car free" più grande al mondo. Così attualmente la città di Londra ha compiuto un "miracolo": il numero dei ciclisti ha superato quello degli automobilisti.

E anche Parigi, come abbiam detto prima, si muove in questa direzione. Lo aveva annunciato il Vicesindaco della capitale francese David Belliard, che si sta impegnando per limitare sempre di più l'utilizzo delle macchine in città.