In Italia ci sono alcuni centri abitati che vantano il titolo di "Città 30". Per esempio Bologna (l'unica grande città, per ora), ma anche Olbia e Cesena, che hanno deciso di adottare nelle zone più centrali il limite dei 30 km/h per i mezzi di trasporto.
Il modello è europeo ed è quello delle "City 30" come Graz (che fu la prima ad adottare il limite) o Bruxelles e i dati parlano chiaro: funziona benissimo.
Come ricorda la Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta, FIAB, "gli incidenti stradali sono la prima causa di morte tra i giovani sotto i 24 anni".
Le "Città 30", dunque, sono città che adottano nei propri centri abitati il limite di velocità per i mezzi di trasporto fissandolo a 30 chilometri orari (come già avviene in molti centri storici, ma ampliando il raggio). Non è però semplicemente "la riduzione di un limite di velocità, ma un intervento più ampio e complesso, infrastrutturale e culturale, di riqualificazione dell'ambiente urbano mediante la restituzione di spazio pubblico alle persone, alla loro sicurezza e socialità", dicono sempre da FIAB. Non basta, quindi, imporre un limite e segnalarlo con un cartello, ma è necessario rivedere le strade rendendole più vivibili dalle persone, e non più incentrandole sul traffico di automobili e mezzi.
Nel 2023 FIAB, insieme con Legambiente, Salvaiciclisti, Kyoto Club, Amodo, Clean Cities, Asvis, Fondazione Michele Scarponi, ha anche redatto una proposta di legge. Presentata a MobilitARS 2023, a Bologna, questa proposta suggerisce una serie di norme per lo sviluppo delle "Città 30" per l’aumento della sicurezza stradale nei centri urbani.
Per quanto gli automobilisti e le automobiliste possano storcere il naso vedendosi intralciare letteralmente le ruote da un limite che ne rallenterebbe gli spostamenti, il limite di velocità fissato a 30 km/h ha diversi motivi e benefici, che non riguardano solo l'ambiente.
Certamente il cambiamento può a primo acchito fare paura, dal momento che significa stravolgere le proprie abitudini. Ma come tutte le abitudini, la parte più difficile è il primo passo, dopodiché l'adattamento avviene in maniera naturale. Anche perché in realtà il modello oggi ritenuto "normale ed efficiente" non è per nulla efficiente: gli spostamenti non sono mai semplici, il traffico è sempre altissimo, i parcheggi non sono mai abbastanza e le città sono sempre più inquinate e sempre meno sicure dal punto di vista degli incidenti (anche pedonali).
Se tutte le città e tutti i centri abitati adottassero il modello "Città 30" tutto si adeguerebbe dolcemente, in una grande sinfonia che promuoverebbe anche gli spostamenti più verdi (in bici e sui mezzi pubblici, per esempio), beneficiando di tutti i vantaggi che abbiamo elencato sopra, con ricadute positive per tutti. A Graz è accaduto così più di trent'anni fa: tutti si lamentarono della proposta, ma dopo soli due anni fu un plebiscito.
Fonti| Legambiente; City30; Comune di Bologna; FIAB;