L’inquinamento nelle nostre città di cui non parliamo mai abbastanza

L’inquinamento acustico nelle nostre città fa soffrire oltre 18 milioni di europei ogni anno, eppure non se ne parla abbastanza. Come possiamo ridurlo?
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Mattia Iannantuoni 16 Settembre 2024

Ricordi il rumore della tua città a metà agosto, quando tutte le persone erano in ferie? Prova ad ascoltare ora i suoni fuori dalla tua finestra. Cosa senti adesso? Motori che rombano, clacson, martelli pneumatici… non una piccola differenza.

L’inquinamento acustico, minaccia invisibile

C’è un inquinamento di cui non si parla mai abbastanza ma che ha profondi impatti sulla salute di chi vive in città. È l’inquinamento acustico. Ossia l’insieme di suoni prodotti da auto, treni, aerei, lavori e da tutte le altre attività umane. In città, la fonte principale sono i veicoli in strada.

Secondo l’OMS, i livelli acustici medi da non superare sono pari a 53 decibel, di notte 45. Questo perché quando esposto a lungo a rumori più forti, il nostro corpo ha una reazione di stress: rilascia ormoni che aumentano il battito cardiaco e la pressione arteriosa e questo porta a disturbi cronici del sonno, problemi coronarici, e, per i bambini in particolare, serie difficoltà di apprendimento.

Il rumore danneggia la nostra salute

Nella sola Unione Europea 18 milioni di persone soffrono di disturbi legati al rumore di auto, moto e camion in strada, con quasi 50.000 nuovi casi di malattie al cuore e 12 mila morti premature ogni anno.

Cosa possiamo fare per contrastare questa minaccia invisibile (non certo silenziosa)? Innanzitutto, favorire modalità più dolci e silenziose per gli spostamenti: piedi, bici, mezzi pubblici. Poi, i motori elettrici, che rispetto a quelli a benzina e diesel sono molto più silenziosi. Infine, limiti di velocità più bassi, e asfalto, dossi e barriere stradali capaci di assorbire meglio i suoni.

Altrimenti tocca aspettare che sia di nuovo agosto, ma… non vorresti che la tua città fosse più silenziosa tutto l’anno?