
È di pochi giorni fa la notizia che dal 2035 in Italia non si potranno più vendere auto con motore a combustione interna, ovvero alimentate a benzina o diesel. L'elettrico ovviamente avrà un ruolo di primo piano in questa transizione. Una delle principali questioni che si ritrova a fronteggiare il nostro Paese è soprattutto la carenza di punti di ricarica sul territorio (che a sua volta alimenta la cosiddetta range anxiety, ovvero l'ansia di autonomia).
Per cercare di accellerare su questo fronte, con l'approvazione della legge 104/2020 era stato deciso di stanziare 90 milioni di euro per chi acquista e installa infrastrutture di ricarica per i veicoli elettrici. Le risorse sono state sbloccate di recente con il decreto del Ministero per la Transizione Ecologica del 25 agosto 2021, pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 20 ottobre. L'80% dei fondi è destinato agli interventi delle imprese, con valore complessivo inferiore a 375.000 euro; il 10% per gli interventi di valore superiore a 375.000 euro e il restante 10% per le persone fisiche. Ma vediamo meglio i dettagli.
Come dicevamo, il bonus è riconosciuto per i costi, al netto di Iva, sostenuti per l'acquisto e l'installazione delle infrastrutture di ricarica e consiste in un contributo in conto capitale pari al 40% delle spese ammissibili. Che sono le seguenti:
In particolare, possono accedere al bonus:
Le infrastrutture di ricarica devono:
I beneficiari possono essere sia le persone fisiche che svolgono attività d’impresa, arti e professioni sia i soggetti Ires, quindi società, enti pubblici e privati e trust che hanno come oggetto principale l’esercizio di attività commerciale. Per i potenziali beneficiari è prevista una serie di requisiti precisi. Le imprese devono avere sede in Italia, risultare attive e regolarmente iscritte al Registro imprese, con iscrizione Inps e Inail e posizione contributiva regolare. Inoltre, non devono aver richiesto altri contributi pubblici per le spese ammissibili oggetto dello stesso decreto del Ministero della Transizione Ecologica che mette a disposizione i fondi per il bonus colonnine.
Per quanto riguarda i professionisti, devono essere in regola con gli adempimenti fiscali, il versamento dei contributi previdenziali e assistenziali ed eventuali restituzioni di somme dovute per revoca di agevolazioni, avere volume d’affari non inferiore al valore dell’infrastruttura di ricarica per cui viene richiesto il contributo. I professionisti in regime forfettario possono fare richiesta del contributo per un valore dell’infrastruttura non superiore a 20.000 euro. Ogni richiedente può presentare una sola domanda, documentando le spese con fattura elettronica.
Le domande dovranno pervenire secondo le modalità stabilite dal decreto. Devono essere allegate le descrizioni degli investimenti in abbinamento alla segnalazione dei risultati attesi e alla dichiarazione Iva. Il ministero della Transizione Ecologica entro 120 giorni procede all’erogazione dei contributi con provvedimenti distinti e in riferimento all’ordine cronologico di ricevimento delle domande e previa verifica e accertamento della congruità della documentazione acquisita. Lo stesso termine è previsto per comunicare i motivi ostativi nel caso di insussistenza dei requisiti. I contributi possono essere revocati dal ministero con un provvedimento motivato. Il beneficiario dovrà restituire quindi il contributo entro 60 giorni dalla comunicazione.