Arriva il bonus colonnine per la ricarica delle auto elettriche: come funziona e chi può richiederlo

Sbloccati i 90 milioni di euro previsti dalla legge 104/2020 per chi acquista e installa infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici. L’agevolazione, a cui potranno accedere sia persone fisiche sia imprese, consiste in un contributo in conto capitale fino al 40% della spesa ammissibile. È possibile presentare una sola domanda.
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Federico Turrisi 14 Dicembre 2021

È di pochi giorni fa la notizia che dal 2035 in Italia non si potranno più vendere auto con motore a combustione interna, ovvero alimentate a benzina o diesel. L'elettrico ovviamente avrà un ruolo di primo piano in questa transizione. Una delle principali questioni che si ritrova a fronteggiare il nostro Paese è soprattutto la carenza di punti di ricarica sul territorio (che a sua volta alimenta la cosiddetta range anxiety, ovvero l'ansia di autonomia).

Per cercare di accellerare su questo fronte, con l'approvazione della legge 104/2020 era stato deciso di stanziare 90 milioni di euro per chi acquista e installa infrastrutture di ricarica per i veicoli elettrici. Le risorse sono state sbloccate di recente con il decreto del Ministero per la Transizione Ecologica del 25 agosto 2021, pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 20 ottobre. L'80% dei fondi è destinato agli interventi delle imprese, con valore complessivo inferiore a 375.000 euro; il 10% per gli interventi di valore superiore a 375.000 euro e il restante 10% per le persone fisiche. Ma vediamo meglio i dettagli.

In che cosa consiste

Come dicevamo, il bonus è riconosciuto per i costi, al netto di Iva, sostenuti per l'acquisto e l'installazione delle infrastrutture di ricarica e consiste in un contributo in conto capitale pari al 40% delle spese ammissibili. Che sono le seguenti:

  • acquisto e messa in opera di infrastruttura di ricarica, compresi installazione delle colonnine, impianti elettrici, opere edili correlate e strettamente necessarie, impianti e dispositivi di monitoraggio;
  • i costi per la connessione alla rete elettrica e di connessione per un massimale del 10%;
  • i costi di progettazione, direzione lavori, sicurezza e collaudi, nel limite del 10%.

In particolare, possono accedere al bonus:

  • Wallbox con un solo punto di ricarica in corrente alternata di potenza da 7,4 kW a 22 kW (2.500 euro per singolo dispositivo);
  • Colonnine con due punti di ricarica in corrente alternata tra i 7,4 kW e i 22 kW (8.000 euro per singola colonnina);
  • Infrastrutture di ricarica in corrente continua fino a 50 kW (1.000 euro/kW), oltre 50 kW (50.000 euro per singola colonnina) e oltre 100 kW (75 mila euro per singola colonnina).

Le infrastrutture di ricarica devono:

  • essere nuove di fabbrica;
  • avere una potenza nominale almeno di 7,4 kW, che garantisca almeno 32 Ampere per ogni singola fase
  • rispettare i requisiti minimi di cui all’aricolo 4 della delibera dell’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera) n. 541/2020/R/ee del 15 dicembre 2020;
  • essere collocate nel territorio italiano e in aree nella piena disponibilità dei soggetti beneficiari;
  • essere realizzate secondo la regola d’arte ed essere dotate di dichiarazione di conformità ai sensi del Dm 37/2008 e del preventivo di connessione accettato in via definitiva.

Chi può richiederlo

I beneficiari possono essere sia le persone fisiche che svolgono attività d’impresa, arti e professioni sia i soggetti Ires, quindi società, enti pubblici e privati e trust che hanno come oggetto principale l’esercizio di attività commerciale. Per i potenziali beneficiari è prevista una serie di requisiti precisi. Le imprese devono avere sede in Italia, risultare attive e regolarmente iscritte al Registro imprese, con iscrizione Inps e Inail e posizione contributiva regolare. Inoltre, non devono aver richiesto altri contributi pubblici per le spese ammissibili oggetto dello stesso decreto del Ministero della Transizione Ecologica che mette a disposizione i fondi per il bonus colonnine.

Per quanto riguarda i professionisti, devono essere in regola con gli adempimenti fiscali, il versamento dei contributi previdenziali e assistenziali ed eventuali restituzioni di somme dovute per revoca di agevolazioni, avere volume d’affari non inferiore al valore dell’infrastruttura di ricarica per cui viene richiesto il contributo. I professionisti in regime forfettario possono fare richiesta del contributo per un valore dell’infrastruttura non superiore a 20.000 euro. Ogni richiedente può presentare una sola domanda, documentando le spese con fattura elettronica.

Le domande dovranno pervenire secondo le modalità stabilite dal decreto. Devono essere allegate le descrizioni degli investimenti in abbinamento alla segnalazione dei risultati attesi e alla dichiarazione Iva. Il ministero della Transizione Ecologica entro 120 giorni procede all’erogazione dei contributi con provvedimenti distinti e in riferimento all’ordine cronologico di ricevimento delle domande e previa verifica e accertamento della congruità della documentazione acquisita. Lo stesso termine è previsto per comunicare i motivi ostativi nel caso di insussistenza dei requisiti. I contributi possono essere revocati dal ministero con un provvedimento motivato. Il beneficiario dovrà restituire quindi il contributo entro 60 giorni dalla comunicazione.