
Sarà un lungo addio quello che diremo alle automobili con motore a combustione interna. Anche l'Italia ha infatti definito quali saranno le tempistiche del phase-out (ovvero dell'abbandono graduale) delle auto alimentate a benzina e diesel: lo stop alla loro commercializzazione è stato fissato al 2035, mentre per furgoni e veicoli commerciali leggeri la scadenza è spostata al 2040.
L'annuncio è arrivato lo scorso 10 dicembre al termine della quarta riunione del Cite, il Comitato Interministeriale per la Transizione ecologica, a cui hanno preso parte il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili Enrico Giovannini e il ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti Così facendo, il nostro Paese si allinea a quanto deciso dalla Commissione Europea con il pacchetto di misure chiamato "Fit for 55", presentato lo scorso luglio.
Non sarà una transizione indolore. O meglio, se si vuole evitare la perdita di migliaia di posti di lavoro e si vuole rimanere competitivi sul mercato, la sfida da raccogliere per Stati e case automobilistiche sarà quella di riconvertire interi settori produttivi investendo su ricerca e innovazione. Le protagoniste saranno sicuramente le auto elettriche: e qui il principale nodo riguarderà la creazione di una filiera più trasparente e meno impattante sull'ambiente per l'acquisizione delle materie prime critiche, come litio e cobalto, e di un sistema efficiente e generalizzato di riciclo delle batterie. Ma non ci saranno soltanto loro.
"In tale percorso" – si legge nel comunicato diffuso dal Ministero della Transizione Ecologica – "occorre mettere in campo tutte le soluzioni funzionali alla decarbonizzazione dei trasporti in una logica di neutralità tecnologica valorizzando, pertanto, non solo i veicoli elettrici ma anche le potenzialità dell'idrogeno, nonché riconoscendo per la transizione il ruolo imprescindibile dei biocarburanti, in cui l'Italia sta costruendo una filiera domestica all’avanguardia".