Adesso anche le auto elettriche cinesi costeranno di più: l’Europa impone i dazi

L’Unione Europea ha scelto di aumentare i dazi contro le auto cinesi dal 10% attuale al 38%. La motivazione è quella di riequilibrare il mercato, spingendo più sulle cause automobilistiche europee. Il rischio adesso è che la Cina, come già ha minacciato, aumenti il costo dei suoi veicoli EV.
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Mattia Giangaspero 13 Giugno 2024

Recentemente, l'Unione Europea ha deciso di imporre dazi all'importazione sulle auto elettriche provenienti dalla Cina.

La decisione presa dall'Europa punta anche a livellare il mercato globale delle auto elettriche, che in questo momento storico, sembra essere dominato dalle case automobilistiche cinesi. Infatti i produttori di veicoli EV in Cina, rispetto all'Europa, hanno possibilità di ricevere molti più incentivi e varie agevolazioni che portano anche a una riduzione del prezzo dell'auto. Questo è il motivo per il quale una vettura elettrica cinese costa meno, nonostante ci siano già i dazi, rispetto a un'auto europea o americana.

I dati sulla vendita confermano poi il trend delle auto cinesi. Infatti si è passati da 57mila veicoli cinesi venduti nel 2020 a 437mila nel 2023.

La mossa dell'Unione Europea è stata quella di alzare questi dazi, dal 10% fino a un minimo del 17% e un massimo del 38%. Si tratta di una vera e propria risposta diretta agli aiuti statali che i produttori cinesi ricevono, in quanto considerati dall'UE come ingiusti e capaci di creare distorsioni della concorrenza nel mercato globale.

In parole povere: le auto di compagnie quali la BYD, la Geely o la SAIC, adesso costeranno di più al consumatore (sempre se la contromossa all'UE, dei colossi cinesi sarà quella di alzare i prezzi dei veicoli). Si tratta di un'ipotesi, anche se la Cina ha già minacciato di aumentare le tariffe sulle importazioni di veicoli, portando l'aliquota attuale dal 15%.

La scelta dell'Unione Europea è stata alquanto controversa, perché se da un lato la mobilità cinese poteva rendere instabile tutto il settore automotive del vecchio Continente (che già è alle prese con una transizione del lavoro, dal motore endotermico al motore elettrico e si rischia di perdere posti di lavoro), dall'altro lato con questa scelta si rischia di diminuire la crescita del parco auto elettriche. 

Infatti La decisione dell'UE ha suscitato reazioni contrastanti tra i Paesi Membri. Mentre la Germania ha espresso preoccupazioni per gli ostacoli aggiuntivi al commercio, Francia e Italia hanno accolto positivamente i dazi come misura di protezione per le loro industrie automobilistiche nazionali.

Fonte | Unione Europea