Aumento polmoniti in Cina e Francia, Pregliasco: “Nessuna emergenza (per ora), ma è giusto chiedere chiarimenti”

L’anomalo aumento di polmoniti nei bambini in Cina prima, e ora in Francia e Vietnam, ha messo in stato di allerta la comunità internazionale. Secondo l’ipotesi più verosimile la causa sarebbe il Mycoplasma pneumoniae, un batterio noto per causare infezioni dell’apparato respiratorio. Siamo di fronte a una nuova emergenza sanitaria? Le risposte del virologo Fabrizio Pregliasco.
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Maria Teresa Gasbarrone 28 Novembre 2023
* ultima modifica il 28/11/2023
Intervista a Prof. Fabrizio Pregliasco Virologo dell'Università degli Studi di Milano e Direttore Sanitario dell'Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano

La pandemia ce lo ha mostrato in modo inequivocabile: nel mondo globalizzato in cui viviamo, limitare la diffusione di malattie contagiose non è affatto semplice, nemmeno quando il focolaio di partenza è dall'altra parte del mondo.

Ecco perché stanno generando preoccupazione e allarme le notizie di un aumento piuttosto importante di polmoniti tra i bambini in Cina, e da qualche giorno anche in Francia e in Vietnam, con tanto di pronto soccorso presi d'assalto dalle richieste di assistenza o consulto medico: solo in Francia il bollettino ufficiale sugli ingressi in pronto soccorso riferisce di un aumento del 44% degli accessi tra 0 e 2 anni in una settimana e del 23% per i bambini da 2 a 14 anni.

Già la settimana scorsa l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) aveva chiesto al governo cinese maggiori dettagli sulle cause di questo fenomeno: domenica 26 novembre la Commissione sanitaria cinese ha risposto in una teleconferenza fornendo i dati richiesti: le autorità cinesi hanno escluso l'ipotesi di un virus sconosciuto dietro l'aumento di ricoveri, ma lo ha ricollegato a malattie note, quali le infezioni batteriche, RSV, influenza e virus del raffreddore comune a partire da ottobre.

Tra questi c'è il "Mycoplasma Pneumoniae", un batterio noto, che determina infezioni dell'apparato respiratorio, come polmoniti, soprattutto nei più piccoli. Ma a cosa si deve quest'aumento anomalo dei casi e dei ricoveri nei reparti di pediatria? Lo abbiamo chiesto al professor Fabrizio Pregliasco, virologo dell'Università degli Studi di Milano e Direttore Sanitario dell'Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano.

Perché quest'aumento delle polmoniti?

"L’aumento delle polmoniti tra bambini in Cina e in Francia – spiega il professor Pregliasco – sembrerebbe il risultato di agenti già noti. Nello specifico, per quanto riguarda la situazione in Cina, è verosimile che uno dei fattori che l’abbia determinato sia stata la stessa riapertura post-Covid: avendo eliminato dopo di noi le misure restrittive, la Cina potrebbe star vivendo adesso con il boom di polmoniti, quanto accaduto in Italia con l’influenza subito dopo la fine dell’obbligo di mascherina e le altre misure".

Come dimostrano i dati in arrivo da Cina e Francia, tra gli agenti patogeni responsabili di queste polmoniti la causa principale sarebbe non un virus, com'è il coronavirus o altri virus respiratori, ma un batterio noto: il "Mycoplasma Pneumoniae".

"Le caratteristiche con cui si manifestano i sintomi – aggiunge il virologo – fanno pensare a forme di polmonite da Mycoplasma Pneumoniae. Si tratta di un batterio già noto, per cui sono disponibili antibiotici efficaci, e di cui conosciamo le modalità id trasmissione, ovvero le stesse del Covid-19 o l’influenza": per via aerea, attraverso le goccioline di saliva e le secrezioni respiratorie, in maniera diretta e indiretta.

Chi è a rischio?

Il fatto che i più colpiti siano i bambini potrebbe farci temere per le conseguenze del possibile contagio nei fragili e negli anziani (i più a rischio per il Covid-19). In realtà, "si tratta – chiarisce Pregliasco – di un’epidemia che tocca per lo più i bambini e anche laddove si verifichi il contagio nell’adulto o nell’anziano, questo batterio causa sindromi simil-influenzali tutto sommato lievi o comunque non rischiose".

Nei bambini, soprattutto i più piccoli, determina invece un quadro clinico più severo con sintomi piuttosto evidenti, che spaventano i genitori, come febbre alta, tosse continua e persistente, difficoltà a respirare. "Ecco perché stiamo assistendo sia in Cina, che in Francia, a un aumento importante dei ricoveri nei reparti di pediatria: perché molto spesso in caso di polmonite da Mycoplasma Pneumoniae l’ospedalizzazione può essere necessaria, soprattutto nei bambini fino ai 2 anni".

Perché proprio ora?

"Anche se il batterio è noto, può verificarsi che in certe stagioni si diffonda in modo più capillare: ha un andamento ciclico, che a distanza di 3-7 anni può portare a momenti in cui circola di più, ma non su scala internazionale", spiega Pregliasco.

A questo punto quindi possiamo affermare che "il quadro attuale – ribadisce il professore dell'Università di Milano – non è per il momento allarmante, ma è sensata la decisione dell’Oms di chiedere nuovi chiarimenti. Sappiamo infatti tutti che la Cina in passato non è stata esattamente chiara e puntuale rispetto alla sua sua situazione sanitaria".

Anche a fronte dell'esperienza della pandemia, è chiaro quindi perché notizie come queste creino allarme, ma "per il momento – rassicura Pregliasco – mi sembrerebbe prematuro parlare di situazioni a rischio".

Fonte | Ospedale Bambino Gesù;

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