Bolsonaro all’Assemblea generale dell’Onu: “L’Amazzonia è del Brasile, non patrimonio dell’umanità”

Il presidente brasiliano Jair Bolsonaro si difende da chi gli rimprovera di lasciare bruciare la foresta amazzonica, rivendicando con forza la sovranità del Brasile e anzi accusando genericamente altri Paesi di avere uno spirito coloniale. E aggiunge: “La foresta è intatta, è sbagliato definirla il polmone del mondo”.
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Federico Turrisi 24 Settembre 2019

Davanti ai numeri e alle immagini degli incendi che stanno devastando la foresta amazzonica, bisognerebbe solo rimboccarsi le maniche e mettersi al lavoro per cercare di scongiurare una tragedia che riguarda il mondo intero, e non solo gli stati colpiti direttamente. Invece no. Il presidente brasiliano Jair Bolsonaro attacca a testa bassa, negando perfino l'evidenza: "la foresta amazzonica è intatta, non è in preda alle fiamme". Il suo discorso all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, nella mattinata newyorchese, è degno di un mitomane.

A suo modo di dire, il governo brasiliano è uno dei più impegnati al mondo nella difesa dell'ambiente e nello sviluppo sostenibile, "nonostante i media internazionali dicano il contrario con le loro menzogne e gli attacchi sensazionalisti di quest'estate". "La sovranità del Brasile non può essere messa in discussione in nome dell'ambiente o della protezione delle popolazioni indigene", afferma Bolsonaro davanti ai leader di tutto il mondo e poi rincara la dose: "Alcuni paesi anziché aiutarci a preservare l'Amazzonia, con spirito coloniale minacciano la nostra sovranità. È sbagliato dire che l'Amazzonia è un patrimonio dell'umanità, è un malinteso confermato dagli scienziati dire che la foresta amazzonica sia il polmone del pianeta".

Insomma, l'accorato discorso pronunciato ieri da Greta Thunberg al Palazzo di Vetro sembra proprio essere caduto nel vuoto. Dovrebbe essere compito della comunità internazionale prendere le adeguate misure affinché tutti gli stati, incluso il Brasile, rispettino gli impegni presi con l'Accordo di Parigi sul clima. La tutela della foresta pluviale più grande del mondo ha un ruolo fondamentale nel raggiungere l'obiettivo di contenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2 gradi centigradi rispetto all'era pre-industriale. In gioco ci sono le sorti delle future generazioni e del pianeta.