
Con l'arrivo della variante Omicron, i contagi hanno ripreso a correre a un ritmo mai visto. Sebbene questa specifica forma del SARS-Cov-2 si sia rivelata mento pericolosa delle precedenti, è normale che all'aumentare dei casi cresca anche la pressione sugli ospedali. E questa volta sembra che i minori ne siano particolarmente coinvolti. Secondo quanto riporta la Fiaso (Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere) tra il 28 dicembre e il 3 gennaio i ricoveri di pazienti al di sotto dei 18 anni sono aumentati dell'86%. Anche per questo motivo, il Comitato tecnico scientifico di Aifa ha deciso per il via libera alla somministrazione del booster ai ragazzi che hanno tra i 12 e i 15 anni.
La terza dose verrà effettuata con Comirnaty, il vaccino prodotto da Pfizer-BioNTech, seguendo le stesse modalità già previste per gli adulti. I ragazzi tra i 12 e i 15 anni potranno quindi ricerverla una volta che sono trascorsi almeno 120 giorni (4 mesi) dalla seconda.
Nel ribadire che il vaccino contro il Covid risulta sicuro ed efficace anche per questa fascia di età, Aifa ha garantito un monitoraggio costante esteso alla somministrazione del booster ai ragazzi, così come già avviene per le fasce di popolazione più adulte.
Proprio a fronte dell'aumento dei ricoveri tra la popolazione pediatrica, dagli ospedali arrivano diversi appelli per la vaccinazione dei più piccoli. Ti ricordo infatti che i bambini che hanno tra i 5 e gli 11 anni possono già ricevere le prime due dosi di vaccino contro il Covid.
"Non è che la malattia sia più grave ma, aumentando il numero dei contagiati, aumentano anche coloro che hanno bisogno di cure ospedaliere, generalmente brevi – hanno spiegato, ad esempio, dal Bambino Gesù di Roma. – I bambini sotto gli 11 anni sono meno vaccinati. Continuiamo a fare appello ai genitori per la vaccinazione".
"Adesso i ricoveri pediatrici hanno raggiunto un picco mai visto dall'inizio della pandemia. Bisogna procedere velocemente alla vaccinazione dei bambini che già la possono fare, per il loro bene. Non c'è da aspettare. Con questi numeri poi a rischiare di più sono i fragili", ha aggiunto Alberto Zanobini, direttore generale dell'Ospedale pediatrico Meyer di Firenze e presidente dell'Associazione degli ospedali pediatrici.
Fonte| Aifa