Cannabis light: stop al divieto per commercializzazione e vendita

Le pratiche qui descritte non sono accettate dalla scienza medica, non sono state sottoposte a verifiche sperimentali condotte con metodo scientifico o non le hanno superate. Queste informazioni hanno solo un fine illustrativo.
Non ci sarà il divieto per la cannabis light, almeno per ora. Salta infatti l’emendamento alla delega fiscale che prevedeva l’introduzione di una tassazione simile a quelle delle sigarette e il divieto di vendita ai minori di 18 anni. Attenzione, però, non stiamo parlando di cannabis terapeutica, che invece è legale anche in Italia: conosci la differenza?
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Giulia Dallagiovanna 21 Giugno 2023

Niente paletti, per il momento, alla commercializzazione e alla vendita della cannabis light: il governo ha deciso di ritirare l'emendamento alla delega fiscale, un disegno di legge con il quale il Parlamento affida all'esecutivo una serie di interventi al sistema fiscale italiano. Il testo in questione era stato depositato solo ieri, martedì 20 giugno, in commissione Finanze alla Camera e prevedeva un sistema di tassazione come per le sigarette, la necessità di autorizzazioni da parte dell'Agenzia delle dogane per la messa in commercio e il divieto di vendita ai minorenni.

Il problema sarebbe stato proprio l'insieme dei punti sui quali il provvedimento interveniva, alcuni dei quali non legati all'ambito strettamente fiscale. Non si tratterebbe insomma di un cambio di idea da parte del governo, che invece potrebbe inserire questo passaggio all'interno di altri provvedimenti proprio per portare avanti la propria linea di stretta e regolamentazione del settore.

Fai attenzione, però, non stiamo parlando di cannabis terapeutica, ovvero quella impiegata a uso medicinale per alleviare alcuni sintomi come dolore, nausea e spasmi muscolari. La cannabis light ha sempre uno scopo ricreativo, proprio come lo "spinello", ma la differenza sta nei principi attivi che contiene: un bassa concentrazione di THC e, per contro, un'elevata presenza di CBD. Il risultato è che il composto avrà principalmente un effetto rilassante e non psicoattivo, come invece accade per quelli con maggiore livello di tetraidrocannabinolo.

In altre parole, la pianta di partenza è sempre la varietà femminile della canapa indiana, dalla quale si raccolgono le infiorescenze che contengono i diversi principi attivi. In base al tipo specifico di pianta, saranno presenti valori diversi di THC e CBD. Inoltre, la cannabis terapeutica deve essere coltivata seguendo regole molto rigide, tanto che in Italia è possibile farlo solo allo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze, e deve poi essere prescritta da un medico. La cannabis light invece si può trovare in vendita in negozi dedicati, nei rivenditori automatici o tramite e-commerce.

E proprio su questo il governo sta cercando di intervenire, con una stretta che vieterebbe la vendita a distanza e attraverso i distributori automatici, nonché qualsiasi forma di pubblicità. Proprio come avviene per il tabacco, è probabile che diventi necessaria un'apposita licenza.