Chi è Liz Chicaje, l’attivista peruviana che è riuscita a salvare 800mila ettari di Foresta Amazzonica

Ha guidato una coalizione di comunità indigene per chiedere a gran voce che una parte di foresta Amazzonica peruviana diventasse parco protetto. Nel 2018 il governo del Paese lo ha concesso e qualche giorno fa Liz Chicaje Churay ha ricevuto il Premio Goldman, un riconoscimento a livello mondiale per la sua lotta in favore dell’ambiente.
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Giulia Dallagiovanna 19 Giugno 2021

Ha protestato, ha lottato, ci ha creduto. E alla fine è riuscita a proteggere più di 800mila ettari di Foresta Amazzonica, proprio quel polmone verde costantemente minacciato da incendi innescati dall'uomo. Lei si chiama Liz Chicaje Churay, è un'attivista peruviana di 38 anni e ha appena ricevuto il Premio Goldman, un riconoscimento a livello mondiale che viene attribuito a chi si impegna per la difesa dell'ambiente e della biodiversità. In questo caso, però, in palio c'era molto di più: un territorio sacro, dove tanti antenati indigeni della sua comunità hanno perso la vita.

Stiamo parlando naturalmente di un posto unico, considerato essenziale per il benessere dell'intero Pianeta. Da solo ospita circa 3mila specie diverse di piante, più di 500 specie di uccelli e altrettante di pesci. Ma per decenni ha rischiato di diventare l'ennesima vittima della deforestazione. Era urgente proteggerlo dai cercatori d'oro, dai taglialegna illegali e naturalmente da chi voleva appiccare incendi per ricavarne terreno per allevamenti e agricoltura intensiva. E altrettanto naturalmente, il governo non stava muovendo un passo in questa direzione.

Devi avere quell'amore per la tua terra, per la tua comunità, per le persone e per la foresta

Liz Chicaje Churay

Le comunità indigene allora si sono coalizzate, guidate proprio da Liz Chicaje Churay, che appartiene al gruppo Bora. D'altronde, come lei stessa ha spiegato, sono loro che vivono nella foresta e che la conoscono meglio di chiunque altro. "Devi avere quell'amore per la tua terra, per la tua comunità, per le persone e per la foresta", ha affermato con convinzione.

D'altronde, proprio lì sono sepolti tanti dei loro avi. Tra la fine del 19esimo secolo e gli inizi del 20esimo, gli indigeni sono stati obbligati a estrarre la gomma naturale dagli alberi. Ridotti in schiavitù, sfruttati, torturati, sono circa 100mila le persone che sono morte durante questo capitolo buio. È per questo che l'area, oltre a un'indubbia importanza per l'ambiente, ha assunto anche una valenza sacra.

Ecco perché le comunità del territorio si sono unite e hanno combattuto, fino a quando hanno ottenuto, nel 2018, la creazione dello Yaguas National Park del Perù, al confine con la Colombia. Ora quella parte di Foresta Amazzonica sarà, o quanto meno dovrebbe essere, più protetta da tutto quello che può minacciare la sua sopravvivenza.