Come si stanno comportando i nostri ospedali? Ecco le pagelle del Ministero della Salute

Per la prima volta, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali in capo al ministero della Salute ha redatto un documento di valutazione delle performance di 53 strutture del nostro sistema sanitario, esaminando diversi parametri come i tempi di attesa nei pronto soccorso, lo stato dei macchinari medici e vari aspetti finanziari come il numero del personale, le assunzioni e i bilanci.
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Kevin Ben Alì Zinati 25 Maggio 2023
* ultima modifica il 25/05/2023

Anche per gli ospedali esistono le pagelle: documenti di valutazione che ne descrivono l’andamento termini di efficienza del proprio pronto soccorso, dei tempi di attesa cui devono sottostare i pazienti per un intervento protesico o uno oncologico, il tasso di ricoveri oltre, ovviamente, a tutto il comparto finanziario fatto di bilanci, personale e macchinari più o meno obsoleti.

Il primo pagellone del nostro sistema italiano oggi parla chiaro: su un totale di 53 strutture analizzate, 12 ospedali sono stati valutati con un livello di performance basso, 32 con un andamento medio e solo 9, invece, con un voto alto.

I panni del giudice li ha vestiti l’Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali in capo al ministero della Salute, che nella prima ricerca di questo genere si è concentrata sugli ospedali pubblici, di cui 30 universitari, divisi tra centri con più di 700 posti letto e altri con meno di 700 posti.

Dalla valutazione sono state escluse le Asl, gli Irccs o le Aziende Socio Sanitarie Territoriali (Asst) che in Lombardia, per esempio, hanno preso il posto delle vecchie aziende ospedaliere.

La fotografia restituita, insomma, racconta che nel 2021, ultimo dei tre anni presi in esame e ancora falcidiato dall’emergenza Covid-19, oltre il 20% delle aziende ospedaliere italiane aveva un livello di performance basso. Un trend, quello negativo, che tuttavia risulta in crescita perché le aziende con livello "medio" e “basso", nel 2019, erano rispettivamente 21 e 15.

Percorso inverso, invece, per le strutture ad alte performance, che oggi risultano praticamente la metà (9) rispetto alle 17 del periodo pre-pandemia (2019). Tra queste, nel report presentato a Roma lo scorso 24 maggio 2023 risultavano gli ospedali universitari Senese (Siena), Careggi (Firenze), Pisana (Pisa), Padova, Integrata Verona e Policlinico Sant’Orsola (Bologna) insieme agli ospedali S. Croce e Carle (Cuneo), Riuniti Marche Nord e Ordine Mauriziano (Torino).

I meno virtuosi, in generale, sarebbero invece gli ospedali di Cosenza, San Pio (Benevento), Sant’Anna e San Sebastiano (Caserta), Riuniti Villa Sofia Cervello (Palermo) Ospedali Civico Di Cristina Benfratelli (Palermo), Cannizzaro (Catania), San Giovanni Addolorata (Roma), San Camillo Forlanini (Roma) oltre alle strutture universitarie come il Luigi Vanvitelli di Napoli, il San Giovanni di Dio Ruggi d’Aragona di Salerno, il Mater Domini di Catanzaro e il Policlinico Umberto I Roma.

Fonte | Agenas

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