Coronavirus in Italia: a che punto siamo? La situazione di sabato 22 febbraio 2020

Molti casi di coronavirus sono stati registrati nel Nord Italia. Tutto è partito da Codogno in provincia di Lodi, quando un 38enne è risultato positivo al virus. Ecco il punto della situazione.
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Simona Cardillo 22 Febbraio 2020
* ultima modifica il 22/09/2020

Ieri è stato il giorno del contagio da coronavirus  in Italia. Dopo i primi casi delle scorse settimane isolati allo Spallanzani di Roma, il coronavirus è scoppiato nel Nord Italia. Nella sola giornata di ieri sono stati quasi una ventina i casi confermati tra la Lombardia e il Veneto.

Il "paziente 1" a Codogno

Tutto è partito da un uomo di 38 anni che si è presentato in gravi condizioni al pronto soccorso dell’Ospedale di Codogno, in provincia di Lodi. Alcune settimane prima l’uomo era stato a cena con un amico rientrato dalla Cina per lavoro. Testato per il coronavirus, il 38enne è risultato positivo. Al momento si trova ricoverato al reparto di Malattie Infettive dell'ospedale San Matteo di Pavia.

Gli altri casi nel lodigiano

A quel punto sono stati sottoposti al tampone i conoscenti e familiari del 38enne e sono risultati positivi la moglie (incinta) e un amico con cui aveva fatto attività sportiva negli scorsi giorni.

Nella notte tra giovedì e venerdì altre tre persone che si sono presentate all’ospedale di Codogno con polmonite sono risultate tutte positive. Si è piano piano ricostruita la mappatura di spostamenti e contatti e tutti sono collegati al 38enne.

A quel punto sono stati sottoposti al tampone amici, parenti, colleghi di lavoro e persone che negli scorsi giorni erano entrate in contatto con il 38enne e al momento sono una ventina le persone positive in Lombardia.

Un decesso in Lombardia

Una donna è morta in Lombardia, a causa del coronavirus. Si tratta di una pensionata di 77 anni con malattie pregresse. Il tampone effetuato post mortem ha confemrato la presenza del nuovo coronavirus SARS-CoV-2, bisognerà però capire se sia stata effettivamente quella la causa della morte.

Di lei si sa che era passata per il pronto soccorso di Codogno e che era la madre di un amico del 38enne di Castiglione d'Adda.

Due casi a Piacenza

Sono risultati positivi due casi ricoverati al reparto di Malattie Infettive di Piacenza. Si tratta di un paziente residente a Maleo, uno dei 10 comuni del lodigiano che al momento sono sottoposti alle misure di contenimento, e di un infermiere che lavora al triage del pronto soccorso di Cologno.

Non si tratta però di una nuova regione coinvolta: in Emilia-Romagna al momento non ci sono casi di Coronavirus. Nella struttura piacentina sono però ospitati in isolamento tre persone, i due casi che ti ho appena spiegato e una donna di 82 residente a Codogno.

Il "paziente zero"

Non è il manager di Fiorenzuola d'Arda il "paziente zero", ovvero l'amico rientrato dalla Cina che avrebbe contagiato il 38enne di Castiglione d'Adda ricoverato in gravi condizioni e risultato positivo al coronavirus. I test per la ricerca del virus sono risultati negativi e per di più ulteriori analisi dell'Istituto Superiore di Sanità non hanno rilevato la presenza di anticorpi. Questo vuol dire che la persona in questione non ha mai contratto il coronavirus. La conferma è arrivata dal viceministro della Salute Pierpaolo Sileri.

Tre casi di Cremona

Questa notte è giunta da Cremona, sempre in Lombardia, un altro aggiornamento. Si registra un caso positivo al coronavirus anche nella provincia. Il sindaco di Sesto ed Uniti ha comunicato che in paese c'è un paziente risultato positivo al coronavirus e ha invitato tutti i cittadini ad evitare luoghi di ritrovo e affollati in via precauzionale.

Nel frattempo il sindaco di Cremona ha chiuso le scuole, sospeso le manifestazioni pubbliche e invitato i cittadini a rimanere in casa.

È arrivata anche la conferma di un secondo caso di positività in provincia di Cremona. Si tratta di un abitante di Pizzighettone, non lontano da Codogno. E infine ci sarebbe un terzo caso positivo, un uomo originario di Soresina, in provincia di Crema.

Nel frattempo fuori dal pronto soccorso di Cremona si sta montando un tendone di emergenza, nel quale verrà effettuato il triage per i sospetti malati di Covid-19, in modo che non entrino in contatto con altre persone.

I casi di Pavia

Altri due casi positivi sono stati registrati in provincia di Pavia. Secondo quando riporta l'Ansa si tratta di un uomo e una donna, marito e moglie, di Pieve Porto Morone, comune vicino alla provincia di Lodi. Sono ricoverati dalla notte scorsa nel reparto di Malattie Infettive del San Matteo.

I due sono medici: l'uomo è un medico di base che lavora nei comuni di Pieve Porto Morone e Chignolo Po, in provincia di Pavia, la moglie è una pediatra che lavora nella zona di Codogno.

Le misure in Lombardia

Sono 10 i comuni del lodigiano che sono stati isolati e una zona che comprende circa 50mila abitanti è stata invitata alla quarantena volontaria.

Ieri sera il ministro della Salute Roberto Speranza e il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana hanno firmato un’ordinanza che sospende tutte le attività pubbliche, lavorative, ludiche e religione nei 10 comuni di Codogno, Castiglione d’Adda, Casalpusterlengo, Fombio, Maleo, Somaglia, Bertonico, Terranova dei Passerini, Castelgerundo e San Fiorano.

Le università lombarde

Tutte le università lombarde rimarranno chiuse fino al 2 marzo 2020. La notizia è arrivata alle 21 di sera. A deciderlo è stata la Conferenza dei Rettori delle Università lombarde, che si è riunita dopo la seduta straordinaria del Consiglio dei ministri.

L'ordinanza del Ministro della Salute

E' stata pubblicata oggi sulla Gazzetta ufficiale un'ordinanza del Ministro della salute Roberto Speranza in cui si prevede la quarantena con sorveglianza attiva di 14 giorni per tutte le persone che sono entrate in contatto con i pazienti risultati positivi al coronavirus.

Sono coinvolte non solo tutte le persone che sono state in contatto con un caso positivo al coronavirus in Italia, ma anche tutti coloro sono arrivati in Italia dopo aver soggiornato nelle aree della Cina interessate dall'epidemia e indicate dall'Organizzazione mondiale della sanità. Queste persone sono obbligate a comunicare questa circostanza al Dipartimento di prevenzione dell'Ast territorialmente competente che organizzerà la loro quarantena.

L'appello dell'ospedale San Matteo di Pavia

Tutte le autorità sanitarie e istituzionali si stanno raccomandando di non andare in pronto soccorso in caso di sintomi sospetti. Questo perché è meglio evitare i luoghi affollati e soprattutto eventuali casi positivi contagerebbero tutte le altre persone presenti in pronto soccorso. In caso di problemi respiratori persistenti, va quindi chiamato il 112 che provvederà a fare test a domicilio.

A rimarcare questo invito, è giunto anche l'appello dell'ospedale San Matteo di Pavia, uno dei quattro ospedali lombardi attrezzato per effettuare la diagnosi del coronavirus a domicilio. L'ospedale ha attivato una task force composta da un medico infettivologo e un infermiere che andranno a domicilio dai pazienti che presentano sintomi respiratori, dopo una chiamata al 112 che avrà valutato la gravità della situazione.

Medico e infermiere effettueranno sul paziente un primo tampone che verrà portato in laboratorio di virologia per essere analizzato. I risultati saranno disponibili in 4 ore.

I casi del Veneto

Nelle ore concitate di ieri, quando si rincorrevano le notizie dei contagi e della mappatura dei contatti diretti, è arrivata la notizia di altri due casi positivi ai primi test del coronavirus. Si trattava di due uomini pensionati ricoverati in terapia intensiva nel padovano.

Questa mattina un nuovo paziente è risultato positivo al coronavirus in Veneto. È un uomo del veneziano, in provincia di Venezia, ed è ricoverato in terapia intensiva. Il paziente è entrato prima al pronto soccorso di Mirano, in provincia di Venezia, per essere trasferito nel reparto di rianimazione di Dolo (Venezia) e poi a Padova, visto che le sue condizioni peggioravano.

Al momento il bilancio complessivo parla di 12 casi positivi in Veneto (dato confermato dal presidente della Regione Lombardia durante la conferenza stampa di questo pomeriggio), tra questi anche due familiari dell'uomo deceduto ieri sera. L'ospedale di Schiavonia, a Monselice, in provincia di Padova, dove è morto il pensionato 78enne, è stato posto in isolamento.

Il decesso di Padova

I campioni di sangue dei due pazienti di Padova sono stati inviati ieri pomeriggio allo Spallanzani di Roma per il secondo test, come prevede l’iter in caso di positività al primo tampone.

Purtroppo però in serata le condizioni del più anziano tra i due sono peggiorate e il paziente è morto intorno alle 22:45. Si tratta di un uomo di 78 anni che era ricoverato da giorni.

I collegamenti tra Lombardia e Veneto

Non è ancora chiaro quale possa essere il collegamento tra i casi lombardi e quelli veneti. Si sta in queste ore ricostruendo la mappa degli spostamenti e dei contatti diretti dei casi risultati finora positivi e si stanno cercando di isolare tutte le zone in cui sembrano essere nati i diversi focolai.

Le misure in Veneto

Il governatore del Veneto Luca Zaia si è detto molto preoccupato: “Stiamo preparando misure prudenziali di massima allerta, tra cui quella di allestire a Schiavonia un campo base con tende riscaldate”.

Previste misure di sicurezza anche nell’ospedale di Schiavonia, dove era ricoverato l’uomo deceduto ieri e l’altro paziente ancora in gravi condizioni: “Faremo il tampone per tutti gli operatori sanitari e per tutti i pazienti dell'ospedale, e poi per tutti i cittadini di Vo' Euganeo” ha annunciato Zaia.

Le università venete

Anche gli atenei veneti, come quelli lombardi, hanno annunciato la chiusura per una settimana. "I rettori di tutte le università del Veneto comunicano che la prossima settimana le università saranno chiuse. Quindi chi doveva fare lezione non fa lezione, chi doveva fare degli esami si spostano di una settimana", ha fatto sapere il governatore Zaia.

Il caso di Torino

C'è un caso confermato di Coronavirus anche a Torino. Si tratta di un uomo di 40 che al momento è ricoverato presso l'Ospedale Amedeo di Savoia, lo ha confermato il presidente della regione Piemonte Cirio. Si tratta dunque della terza regione coinvolta dal focolaio di Covid-19 nel nord Italia. Anche questo paziente, però, avrebbe avuto contatti diretti con il 38enne di Castiglione d'Adda: avrebbero corso una gara podistica insieme a Portofino, in Liguria. Nel frattempo, la sua famiglia è stata messa in quarantena e vi sono 15 casi in corso di accertamento.

I pazienti dello Spallanzani

Nel frattempo buone notizie arrivano dall’Istituto Spallanzani di Roma. Migliorano le condizioni dei tre pazienti ricoverati e positivi al coronavirus: la coppia di turisti cinesi e il ricercatore rientrato dalla Cina con un volo militare. I due turisti non solo migliorati, ma sono adesso fuori pericolo. Verrà dimesso oggi dall'ospedale.

Questa mattina lo Spallanzani ha comunicato che il turista cinese è uscito dalla terapia intensiva: sta bene, risulta negativo al coronavirus e può quindi considerarsi guarito.

Il ricercatore guarito

La notizia migliore che giunge dallo Spallanzani è quella che riguarda il ricercatore 29enne rientrato dalla zona di Wuhan con un volo militare insieme ad altri 55 italiani e risultato positivo durante la quarantena alla Cecchignola.

Il giovane era stato ricoverato in isolamento allo Spallanzani dopo i primissimi sintomi e aveva subito iniziato la terapia antivirale. Le sue condizioni erano via via migliorate, finché i test del coronavirus sul suo sangue non sono risultati ripetutamente negativi nella giornata di ieri.

Questa è una notizia doppiamente positiva: da una parte la guarigione di una persona infetta, dall'altra la possibilità che il plasma di una persona guarita dal virus (e quindi con anticorpi) possa aiutare altri pazienti malati.

Friuli Venezia Giulia

Al momento, cioè alle ore 17:50 del 22 febbraio, non ci sono casi di Coronavirus accertati in Friuli Venezia Giulia. Ci sono solo tre persone in isolamento mentre attendono il risultato dei test e una persona in quarantena a Monfalcone, in provincia di Gorizia: una donna di origine russa, rientrata il 17 febbraio dalla Cina, sottoposta alla quarantena consigliata, e da oggi obbligatoria, dal ministero della Salute.

La Regione ha comunque deciso di muoversi d'anticipo e dichiarare lo stato d'emergenza.

Fonti| Comune di Sesto e Uniti; Regione Emilia Romagna; Regione Lombardia; Regione Piemonte; Adnkronos

Aggiornato da Federico Turrisi e Giulia Dallagiovanna il 22 febbraio 2020

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