Coronavirus in Italia: cosa si intende con “zona rossa” e “zona gialla”?

Zone rosse per indicare i luoghi focolaio del Coronavirus, zone gialle per definire quelle a rischio contagio. Se desideri capire meglio come funzionano e quali misure sono state adottate per gestirle al meglio, continua a leggere.
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Sara Del Dot 24 Febbraio 2020
* ultima modifica il 22/09/2020

Parlando di Covid-19 (ultimamente è difficile trovare altri argomenti di conversazione) avrai sentito sicuramente nominare diverse volte queste “zone rosse” e “zone gialle”, ad indicare i luoghi in cui il virus è apparso più o meno prepotentemente. Se vuoi capire meglio a cosa si riferisce questa distinzione e quali disposizioni sono state date per garantire la sicurezza degli abitanti, in questo articolo troverai le risposte che cerchi.

Le zone rosse

Le zone rosse sono state definite dal Decreto ministeriale adottato per impedire la diffusione dei contagi da Covid-19 oltre i confini dei focolai. Al momento sono classificate come “zone rosse” le due aree attorno ai focolai del virus, quindi i dieci comuni del Lodigiano (Codogno, Castiglione d’Adda, Casale, San Fiorano, Bertonico, Fombio, Terranova dei Passeggini, Somaglia, Maleo e Castelgerundo) e il comune Veneto di Vo’ Euganeo in provincia di Padova. 11 paesi in totale.

Si tratta delle zone in cui il contagio è più diffuso, da cui si è scatenato tutto lo scenario odierno e che si trovano attualmente in stato di quarantena. È quindi tassativamente vietato sia l’accesso sia l’allontanamento da esse. Le zone rosse sono quelle a cui fa riferimento il provvedimento del Governo adottato nel corso del weekend appena trascorso, che definisce la necessità che vengano presidiate dalle forze di polizia e in casi estremi anche da quelle militari. In queste zone verranno quindi presto istituiti posti di blocco che renderanno le aree compartimenti stagni.

Zona gialla

L’espressione zona gialla in riferimento al Coronavirus è stata introdotta per distinguere le zone focolaio da quelle a rischio diffusione, ed è stata citata dal presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana durante la conferenza stampa di domenica 23 febbraio.

Viene definita in questo modo tutto il resto della Lombardia (ad esclusione dei 10 paesi “rossi” del Lodigiano) tra cui naturalmente anche Milano. In questi Comuni, che sono quelli in cui il contagio potrebbe diffondersi, sono state attivate altre misure precauzionali per impedire i contagi, elencate in un’ordinanza disposta dal ministro della Salute in collaborazione con la Regione Lombardia. Tra le disposizioni ci sono:

  1. la sospensione di manifestazioni o iniziative di qualsiasi natura, di eventi e di ogni forma di riunione in luogo pubblico o privato, anche di carattere culturale, ludico, sportivo e religioso, anche se svolti in luoghi chiusi aperti al pubblico;
  2. sospensione dei servizi educativi dell'infanzia e delle scuole di ogni ordine e grado, nonché della frequenza delle attività scolastiche e di formazione superiore, corsi professionali, master, corsi per le professioni sanitarie e università per gli anziani ad esclusione degli specializzandi e tirocinanti delle professioni sanitarie, salvo le attività formative svolte a distanza;
  3. sospensione dei servizi di apertura al pubblico dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura;
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