Coronavirus in Lombardia, le terapie intensive lanciano un grido d’allarme alla Regione: “Aiutateci”

I medici delle terapie intensive lombarde hanno lanciato un allarme alla Regione: se non si interviene immediatamente ai ricoverati non sarà garantito lo stesso livello di cura.
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Simona Cardillo 7 Marzo 2020
* ultima modifica il 23/09/2020

Il coronavirus sta mettendo a dura prova il sistema sanitario nazionale, in particolar modo le terapie intensive e su tutte quelle della Lombardia. I medici sono insufficienti, alcuni sono in quarantena, gli operatori socio-sanitario e il personale medico in questi giorni stanno lavorando ininterrottamente per far fonte ai continui ricoveri di pazienti affetti da Covid-19.

La situazione dei reparti di terapia intensiva in Lombardia è al limite e a confermarlo è stato l'Assessore al Welfare della Regione Giulio Gallera: "Oggi è arrivata una forte presa di posizione dal Coordinamento delle terapie intensive della Regione Lombardia. Hanno fatto arrivare al presidente Fontana un vero e proprio grido d'allarme".

La preoccupazione dei medici rianimatori è quella di non riuscire a reggere l'ondata che quotidianamente si presenta all'interno dei presidi ospedalieri, garantendo a tutti le stesse possibilità di cura. "Il sistema è messo oggi in un momento di grande tensione. La linea in cui si arriverà a una incapacità dei sistemi di dare una risposta si avvicina drammaticamente", ha spiegato l'Assessore.

La Regione Lombardia sta gestendo l'emergenza al meglio delle sue risorse: "Noi continueremo a fare il massimo per fare quello che è nelle nostre possibilità: apriremo nuovi posti letto nelle terapie intensive, stiamo comprando i respiratori e stanno arrivando le CPAP. Nei prossimi giorni arriverà un decreto importante che ci consentirà di assumere centinaia di medici che sono abilitati ma che non sono entrati nelle scuole di specializzazione. Si tratta di uno straordinario giacimento di chi ha la laurea in medicina, è iscritto all'albo come medico ma non è riuscito, a causa dell'imbuto formativo, a rientrare nei pochi posti nelle scuole di specializzazione, ma che già oggi svolge attività medica in ambiti non ospedalieri".

I numeri purtroppo non sono confortanti e per questo vanno prese delle misure di sicurezza importanti e immediate: "Oggi dobbiamo avere la consapevolezza del momento che stiamo vivendo: in Lombardia il 28 febbraio le persone ricoverate in terapia intensiva erano 50. Oggi, solo 9 giorni dopo, siamo a 359. In un arco di tempo brevissimo il numero delle persone che hanno avuto bisogno delle terapie intensive è cresciuto in maniera enorme e questo è l'elemento che ci preoccupa di più".

E' soprattutto a causa di questo scenario che la Regione ha chiesto al Governo di aumentare le misure di prevenzione e sicurezza per contenere i contagi: "La diffusione del virus non ci sta dando tanto tempo per agire. E' una corsa contro il tempo perché la diffusione si sviluppa con grande velocità. Abbiamo chiesto al governo di assumersi una grande responsabilità, come hanno finora fatto il governo regionale e i sindaci delle città lombarde".

"Il problema non è cosa abbiamo fatto fino a oggi, ma è cosa succederà nei prossimi 15 giorni dato che il trend dei contagi e dei ricoveri è in crescita. E il fatto che rallenti dipende da ognuno di noi" ha concluso Gallera.

Fonte| Giulio Gallera, Assessore Welfare Lombardia

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