Coronavirus: secondo uno studio può sopravvivere fino a 3 ore nell’aria e 3 giorni sulle superfici

La ricerca pubblicata sul New England Journal of Medicine dimostra che negli aerosol riprodotti in laboratorio il virus resta attivo fino a 3 ore dopo la sua diffusione nell’aria, anche se con una carica virale dimezzata. E sulle superfici avrebbe una sopravvivenza maggiore sulla plastica e sull’acciaio inossidabile, sui quali resterebbe “vivo” fino a 72 ore.
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Kevin Ben Alì Zinati 23 Marzo 2020
* ultima modifica il 22/09/2020

Tre ore nelle goccioline sospese nell’aria e fino tre giorni sulle superfici, anche se con una carica virale dimezzata. Sarebbe questa la sopravvivenza del Coronavirus studiata, in laboratorio, da un gruppo di ricercatori di virologia del National Institute of Allergy and Infectious Diseases americano.

Che la trasmissione del virus avvenisse con il contatto con le ormai famose "goccioline" del respiro del individui infetti l'aveva già spiegato il Ministero della Salute. Ora lo studio pubblicato sul New England Journal Of Medicine si presenta come un’altra prova del fatto che la trasmissione del virus avviene non solo attraverso gli aerosol ma anche con il contatto con superfici contagiate, sui cui il nuovo Sars-Cov-2 resta attivo.

Lo studio

I ricercatori americani hanno analizzato la carica virale contenuta negli aerosol, quindi nelle goccioline che vengono prodotte con la tosse o uno starnuto, e la stabilità su diverse superfici del nuovo SARS-CoV-2, confrontandolo con un altro coronavirus, il SARS-CoV-1.

In pratica gli scienziati hanno riprodotto in laboratorio la diffusione del virus attraverso la tosse o lo starnuto e anche le modalità con il contagio può verificarsi attraverso il contatto delle mani con superfici infette.

I risultati

L’esperimento ha portato i ricercatori a scoprire che negli aerosol il Coronavirus, in laboratorio, può sopravvivere fino a 3 ore e che la stabilità sugli oggetti dipende dal tipo dal materiale.

Negli aerosol

Il nuovo SARS-CoV-2 è rimasto praticabile negli aerosol per tutta la durata dell'esperimento messo a punto dai ricercatori. Anche se è stata evidenziata una riduzione della carica infettivo, il virus sembra poter restare attivo nelle “goccioline” fino a 3 ore. Se confermato, ciò significherebbe dunque che all’aria aperta la distanza di un metro o più potrebbe bastare ma che in ambienti chiusi, la concentrazione di goccioline infette nell’aria sarebbe maggiore e per un tempo anche di alcune ore.

Sulle superfici

I ricercatori hanno analizzato poi come si comporta il virus sulle superfici, prendendo in esame il metallo, il cartone, la plastica e il rame. Hanno dimostrato che il nuovo SARS-CoV-2 è rimasto più stabile sulla plastica e sull’acciaio inossidabile rispetto al rame e al cartone. E hanno scoperto che, sebbene con una carica notevolmente ridotta, la sua sopravvivenza su queste superfici è stata rilevata fino a 3 giorni dopo l’applicazione.

Nello specifico hanno scoperto che dopo 4 ore il virus sul rame non era più vitale mentre sul cartone ore non c’era traccia dopo 24 ore. La vitalità più lunga era sull’acciaio inossidabile e sulla plastica dove la media era rispettivamente di 5,6 ore e 6,8 ore.

Fonti | "Aerosol and Surface Stability of SARS-CoV-2 as Compared with SARS-CoV-1" pubblicato sul New England Journal of Medicine, il 17 marzo 2020; Ministero della Salute

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