Correre fa bene al cervello, ma meglio farlo lontano dal traffico: lo studio sugli effetti dell’inquinamento sugli sportivi

Correre fa bene e a beneficiarne è anche il cervello. Farlo dove i livelli di inquinamento non sono elevati permette di avere dall’attività fisica ancora più benefici. A confermarlo è uno studio pubblicato su Neurology che ha studiato gli effetti dell’inquinamento sulle persone che praticano sport all’aperto.
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Gaia Cortese 12 Dicembre 2021

Correre fa bene al cervello, purché tu lo faccia lontano dal traffico e possibilmente in un luogo dove i livelli di inquinamento atmosferico siano bassi. A confermarlo è uno studio pubblicato recentemente sulla rivista scientifica Neurology, condotto da alcuni ricercatori dell’Università dell’Arizona, a Tucson.

Esaminando i dati messi a disposizione della UK Biobank di ben 8.600 persone con un’età media di 56 anni, gli studiosi hanno potuto osservare gli effetti dell’esposizione delle persone all’inquinamento.

Per una settimana è stata misurata l’attività fisica di ogni partecipante per mezzo di un accelerometro, un dispositivo di rilevamento del movimento che viene indossato durante la pratica dell'attività fisica. A conclusione dello studio, è risultato che le persone che avevano svolto un’attività fisica intensa in aree con maggiore inquinamento atmosferico avevano avuto meno benefici rispetto a chi aveva fatto lo stesso, ma in un’area meno inquinata.

A fronte di un’attività fisica intensa, i partecipanti allo studio hanno fatto registrare in media un volume di materia grigia di 800 cm3, rispetto ad una media di 790 cm3 nelle persone che non hanno svolto alcun esercizio impegnativo. Da ciò è risultato evidente come l’esposizione all’inquinamento atmosferico non altera gli effetti dell’attività fisica sul volume della materia grigia, ma che questa esposizione altera gli effetti di un’attività fisica intensa quando si osserva l’iperintensità della sostanza bianca (parametro che indica lesioni alla sostanza bianca del cervello).

Volumi più grandi di materia grigia e volumi più piccoli di iperintensità di sostanza bianca sono indicatori di una migliore salute generale del cervello. E lo studio presentato dai ricercatori di Tucson evidenzia come un’attività fisica intensa riduca l’iperintensità della sostanza bianca nelle aree a bassi tassi di inquinamento atmosferico, ma che questi benefici non sono stati riscontrati se l'attività fisica veniva particata nelle aree più inquinate.

“Un esercizio vigoroso può aumentare l’esposizione all’inquinamento atmosferico e studi precedenti hanno mostrato effetti negativi dell’inquinamento atmosferico sul cervello – ha  spiegato Melissa Furlong, autrice dello studio -. Abbiamo dimostrato che l’attività fisica è associata a marcatori migliorati della salute del cervello nelle aree con un minor inquinamento atmosferico. Tuttavia, alcuni effetti benefici sono essenzialmente scomparsi per un’attività fisica vigorosa nelle aree con i più alti livelli di inquinamento atmosferico”.

L’effetto dell’inquinamento atmosferico sulla salute del cervello è, ad ogni modo, abbastanza modesto, ma preferire un'area lontano dal traffico per praticare attività fisica rimane sempre la scelta migliore.