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È ormai noto a tutti che prima dell’effettuazione di un vaccino, in realtà prima di qualsiasi trattamento medico, al paziente venga mostrato e fatto firmare un foglio di consenso informato. Si sono aperti numerosi dibattiti sulla questione, nonostante questa pratica esista da tantissimi anni e serva a tutelare principalmente i diritti del paziente. Facciamo chiarezza insieme:
L’ordinamento giuridico italiano, con la legge 28 marzo 2001 n.145, ratifica la Convenzione sui Diritti dell’uomo e sulla biomedicina (Oviedo, 4 aprile 1997) stabilendo all'articolo 5 che: "Un intervento nel campo della salute non può essere effettuato se non dopo che la persona interessata abbia dato consenso libero e informato. Questa persona riceve innanzitutto una informazione adeguata sullo scopo e sulla natura dell'intervento e sulle sue conseguenze e i suoi rischi. La persona interessata può, in qualsiasi momento, liberamente ritirare il proprio consenso".
Nel dicembre 2009, una direttiva dell’Unione Europea ha reso obbligatorio il consenso informato per tutti i tipi di vaccinazione, per tutti i cittadini.
Per dirla in parole semplici, qualsiasi persona si sottoponga a vaccinazione deve essere informata su benefici e rischi della procedura, sul suo stato di salute e gli deve essere chiarito qualsiasi dubbio relativo alla procedura in modo da poter scegliere se sottoporsi o meno a una determinata terapia o esame o vaccinazione. Prima di vedere cosa sia contenuto in questi fogli è opportuno fare 2 doverose precisazioni:
Innanzitutto si effettua una raccolta dei dati anagrafici e sanitari del paziente. Viene cioè compilata un'autodichiarazione in cui si chiede di riportare:
Dopodiché il paziente verrà informato sul numero di dosi previste, eventuali effetti collaterali (arrossamento, gonfiore e dolore nell’area in cui viene effettuata l’iniezione, nausea, dolore dell'arto e così via) e tempi di insorgenza nonché sui benefici derivanti dalla somministrazione del vaccino. Il sanitario è inoltre tenuto a rispondere a eventuali dubbi o chiarimenti del paziente.
Vengono inoltre riportati i dati identificativi della fiala utilizzata (nome, numero di lotto, data di scadenza) e dove possibile viene attaccata l’etichetta della fiala.
Per concludere, è indiscutibile il ruolo di tutela del paziente che deriva dalla compilazione del consenso informato. Come sempre, è opportuno informarsi correttamente prima di esprimere giudizi.