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Cosa devo fare se convivo con un positivo al Covid? Quando restare in quarantena e come isolarsi secondo le nuove regole

Avere un convivente risultato positivo ad un tampone significa essere un suo contatto stretto, quindi ad alto rischio di contrarre l’infezione, ma le modifiche introdotte dalla circolare del Ministero della Salute del 30 dicembre 2021, entrata in vigore dal giorno successivo, stabiliscono che la quarantena non è più necessaria per chi non ha sintomi ed è protetto dal vaccino. Vediamo quando è obbligatorio effettuare un test e come comportarsi nei confronti del caso Covid-19 con cui convivi.
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Alessandro Bai 5 Gennaio 2022
* ultima modifica il 05/01/2022

Avere un convivente positivo al Covid rappresenta purtroppo uno degli scenari possibili, se non probabili, di questa nuova quarta ondata caratterizzata da un alto numero di contagi, arrivati a più di 100mila al giorno, anche a causa della facilità con cui si trasmette la nuova variante Omicron.

Secondo le disposizioni del Ministero della Salute se vivi insieme ad un caso confermato Covid-19 sarai considerato un suo contatto stretto, quindi ad alto rischio di essere contagiato, ma in base alle modifiche introdotte dal decreto legge 229 del 30 dicembre 2021 per evitare che troppe persone siano costrette a sottoporsi al tampone o a rimanere in quarantena l'obbligo di separarti dalla collettività dipenderà innanzitutto dalle dosi di vaccino che hai ricevuto e dalle tempistiche con le quali sono state somministrate, oltre che dalla comparsa di eventuali sintomi.

Vediamo allora passo per passo cosa devi fare se convivi con un positivo.

Convivente positivo al Covid: cosa fare?

Se convivi con una persona risultata positiva ad un tampone molecolare o antigenico, sia essa un membro della famiglia, il/la partner o un semplice coinquilino, secondo le regole del Ministero della Salute devi essere considerato un contatto stretto, ovvero un soggetto che ha avuto un'esposizione ad alto rischio ad un caso Covid-19 e potrebbe quindi essere stato contagiato, alla pari ad esempio di chi ha stretto la mano ad un positivo o è entrato in contatto direttamente con le sue secrezioni.

Tuttavia, in seguito alla grande crescita dei nuovi contagi, il decreto legge 229 entrato in vigore a partire dal 31 dicembre 2021 ha modificato in parte le regole per i contatti stretti dei positivi, basandosi innanzitutto sui dati che mostrano come la terza dose di richiamo sia in grado di ripristinare l'efficacia dei vaccini anche contro la variante Omicron, più trasmissibile rispetto alla precedente variante Delta e quindi in grado ridurre la protezione garantita dal vaccino specialmente nelle persone che hanno completato il ciclo delle prime due dosi da più di 4 mesi (120 giorni).

Per prima cosa, come specificato in una circolare ministeriale, anche se convivi con un positivo la quarantena non è necessaria se sei asintomatico e se hai già ricevuto la terza dose booster di vaccino, oppure se, sempre senza mostrare sintomi, hai completato il ciclo vaccinale primario o sei guarito da infezione da SARS-CoV-2 nei 120 giorni precedenti, cioè 4 mesi, all'esposizione al caso Covid-19. In questi casi, tuttavia, per uscire dovrai indossare una mascherina Ffp2 per 10 giorni dall'ultimo contatto sospetto e sarai tenuto a praticare un'auto-sorveglianza per 5 giorni, così da assicurarti che non compaiano sintomi.

In ogni caso, anche se sei asintomatico, avere un convivente positivo al Covid-19 significa che dovrai comunque isolarti da lui, rispettando alcune regole scrupolose come vivere in stanze separate, se possibile, areare gli ambienti ogni 10 minuti, igienizzare frequentemente gli oggetti e le superfici toccati o utilizzati dal positivo, mangiare in luoghi separati o orari diversi ed indossare anche in casa le mascherine Ffp2, il tutto per ridurre al minimo il rischio di un contagio dato che tu sarai autorizzato a continuare a frequentare altre persone.

Le cose cambiano un po' se, pur non avendo sintomi, non hai ancora la terza dose e hai completato le prime due dosi, o  hai ricevuto una dose unica di Johnson&Johnson, da più di 4 mesi. In tal caso, infatti, se possiedi ancora un Green pass valido, dovrai rimanere in quarantena per 5 giorni e al termine di questo periodo dovrai effettuare un tampone molecolare o antigenico con esito negativo. Questo perché la protezione fornita dal vaccino potrebbe essere ridotta, aumentando quindi la probabilità che tu contragga l'infezione.

Nei due scenari che ti ho appena descritto, potrebbe capitare che convivendo con positivo tu inizi a manifestare dei sintomi da Covid-19, un caso in cui, come spiega il Ministero della Salute, "è prevista l’effettuazione di un test antigenico rapido o molecolare per la rilevazione dell’antigene Sars-Cov-2 alla prima comparsa dei sintomi e, se ancora sintomatici, al quinto giorno successivo alla data dell’ultimo contatto stretto con soggetti confermati positivi al Covid 19".

La situazione peggiore, però, si verifica se non sei vaccinato, se non hai ancora completato il ciclo vaccinale primario o se, per esempio, hai ricevuto la seconda dose (o la dose unica J&J) da meno di 14 giorni: in questa eventualità, se vivi nella stessa casa di un caso Covid-19 dovrai rimanere in quarantena per 10 giorni e potrai rientrare in collettività soltanto con "un test molecolare o antigenico con risultato negativo".

Tutte queste regole non si applicano però agli operatori sanitari, che proprio per il ruolo delicato che svolgono, a prescindere dallo stato vaccinale, dovranno "eseguire tamponi su base giornaliera fino al quinto giorno dall’ultimo contatto con un soggetto contagiato".

Fonti | Ministero della Salute; Circolare Ministero della Salute

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