Cosa succede a Viggiù, il primo comune italiano dov’è partita la vaccinazione di massa

Viggiù è un comune in provincia di Varese che il 16 febbraio era stato decretato zona rossa a causa del repentino aumento dei contagi. Qui circolano diverse varianti, tra cui quella inglese e quella scozzese. Per evitare che si trasmettano al resto della Lombardia si è provato a cambiare la strategia vaccinale. Come stanno reagendo gli abitanti?
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Giulia Dallagiovanna 3 Marzo 2021
* ultima modifica il 03/03/2021

C'è un piccolo comune in provincia di Varese che sta seguendo molto da vicino l'esempio di Israele. Dei 5.200 abitanti di Viggiù, tutti quelli che hanno almeno 18 anni sono vaccinati contro il Covid o lo faranno nei prossimi giorni. Il paese ha conosciuto un rapido incremento nei contagi, dovuto alla circolazione di almeno tre varianti: inglese, scozzese e, forse, quella che arriva dalla Nigeria. Così, per evitare che il pericolo uscisse dai confini, il 16 febbraio Regione Lombardia lo ha decretato zona rossa. E ora, con la collaborazione di Ats Insubria, stanno procedendo a un'immunizzazione a tappeto. Da cui nessuno vuole tirarsi indietro.

È davvero un bell'esempio quello che arriva da questo angolo di Lombardia, la regione simbolo dell'arrivo del SARS-Cov-2 in Italia. Il primo in Italia che vedrà gli effetti della vaccinazione di massa. Agli over 65 o ai soggetti con patologie croniche viene inoculata la soluzione di Moderna, a tutti gli altri AstraZeneca. Non è obbligatorio, ma quasi nessuno si sta rifiutando e nessuno obietta che preferirebbe un altro vaccino al posto di quello che riceve. Si sono trovati in pericolo e guardano con fiducia all'unico strumento che li possa davvero far uscire da questa situazione: il vaccino.

Le dosi vengono somministrate nella palestra di Saltrio, il paese accanto. Le persone vengono prima sottoposte a uno screening e poi si forma una fila nella quale a ciascuno viene assegnato il proprio numero. Da questo momento funziona a chiamata, come in posta. E lo ricevono tutti, giovani e anziani. Non devono più attendere l'arrivo delle nuove dosi o i tempi lunghissimi con i quali procede la campagna vaccinale nel resto del Paese.

Lo scopo era scongiurare il rischio che le varianti più contagiose uscissero dal territorio

"Ats e Regione hanno ritenuto di dirottare da noi un numero di vaccini tali da poter coprire l'intera popolazioneha spiegato la sindaca, Emanuela Quintiglio -. E questo per scongiurare il rischio che le varianti potessero uscire dal territorio e contagiare. In pratica si è scelto di proteggere la nostra comunità per salvaguardare anche la comunità lombarda".

Certo per un 24enne che lo riceve oggi a Viggiù, c'è un insegnante o un membro delle forze dell'ordine della Lombardia che dovrà attendere un po' di più il proprio turno. Ma questo piccolo comune potrebbe davvero diventare un esempio per tutti: la dimostrazione di come i vaccini non siano pericolosi e portino con sé la possibilità che questa pandemia finisca. Per davvero.

Fonte| Ansa

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