Cosa vuol dire davvero scegliere il turismo lento? Lo racconta il fondatore di Movimento Lento

Alberto Conte, che nel 2008 ha fondato Movimento Lento proprio per la sua passione per lo slow travel, ti racconta perché scegliere questo tipo di viaggio. E soprattutto perché farlo nel 2019, quando hai a disposizione aerei che in poche ore ti portano dall’altra parte dell’Oceano.
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Rubrica a cura di Giulia Dallagiovanna
17 Ottobre 2019

Un viaggio a un'altra velocità, che si adatta meglio all'essere umano. Un'esperienza che stimola tutti i cinque sensi e che rimarrà per sempre impressa nella tua memoria, anche solo per gli incontri e le nuove conoscenze che avrai l'opportunità di fare. Finora ti ho parlato del perché scegliere il turismo lento, invece che una vacanza più tradizionale e di quali itinerari puoi trovare in Italia. Oggi però lascio la parola a chi questo modo di muoversi lo mette in pratica da tanti anni. "È solo da poco più di un secolo che abbiamo iniziato a superare la soglia di velocità di 4 km/h – ha spiegato a Ohga Alberto Conte che nel 2008 ha fondato Movimento Lento – l'uomo è nato per spostarsi con questo ritmo e camminando ci si rende conto che a questa velocità si ragiona in modo diverso e si guarda all'ambiente e alla persone che abbiamo intorno con occhi nuovi. Il viaggio diventa predominante rispetto alla voglia di raggiungere la meta e l'attenzione è tutta su quel momento preciso e non sempre proiettata nel futuro. Si apprezza ogni attimo".

Movimento Lento è un'associazione che vuole promuovere lo slow travel, sia attraverso i social network e il Web, che con corsi e seminari tenuti alla Casa del Movimento Lento a Roppolo, in provincia di Biella. Alberto Conte, che è anche il presidente, ci ha raccontato come mai ha deciso di crearla e la sua esperienza da turista a piedi.

La Casa del Movimento Lento

Quando nasce Movimento Lento e come mai ha deciso di fondare questa associazione?

Io mi occupo di turismo lento dall'inizio del 2000 con diversi tipi di attività, di cui la principale è quella di consulente nel settore. Sono ad esempio responsabile tecnico della via Francigena in Italia. Ho poi un'azienda che si occupa di valorizzazione del territorio in chiave slow attraverso le nuove tecnologie. Ma ho anche sempre avuto un interesse per qualsiasi attività che abbia un impatto sociale e culturale e Movimento Lento nasce nel 2008 proprio da questo spirito. All'inizio era semplicemente il marchio della nostra newsletter, poi, nel 2011, è diventata un'associazione vera e propria.

L'obiettivo era proprio trasmettere la cultura del viaggio lento come stile di vita. Cerchiamo di avvicinare il più possibile le persone al turismo a piedi, soprattutto chi non ha mai fatto un'esperienza di questo tipo. Vorremmo che intuissero che quando si cammina si sta meglio, si è più felici e sereni e si diventa anche più ben disposti a incontrare altri viaggiatori e fare amicizia. Cerchiamo insomma di dare il nostro piccolo contributo al progresso umano.

Perché una persona dovrebbe scegliere il turismo lento, invece che prendere un aereo e trovarsi in poche ore dall'altra parte dell'oceano?

Premesso che non siamo integralisti da questo punto di vista e che ogni tanto qualche aereo lo prendo pure io, le ragioni per un viaggio diverso sono tante. Il motivo principale ce lo stanno raccontando Greta Thunberg e i ragazzi dei Fridays for Future e cioè ridurre l'inquinamento e stare più attenti all'ambiente. Naturalmente poi a tutti piace raggiungere un'altra città in poche ore, però personalmente cerco di farne a meno e di andare alla scoperta di territori più vicini. Il cammino rimane comunque il modo migliore di viaggiare e di scoprire qualcosa di nuovo, interessante, bello. Si possono fare esperienze indimenticabili anche senza andare troppo lontano.

Nel 2008 mi sono messo uno zaino in spalla e sono partito dal centro di Milano per raggiungere Roma. Ho impiegato un mese, ma il fascino di questo tipo di viaggio non è paragonabile a quello di un aereo. A piedi attraversi una periferia, un quartiere che rimane fuori dai normali itinerari turistici. Conosci una città per davvero. Inoltre, hai meno limitazioni e puoi arrivare anche in luoghi che in auto potrebbero essere difficili da raggiungere. Basta anche solo camminare da Milano a Pavia per scoprire tante cose che di solito non si notano nemmeno.

Pensandoci un attimo, è l'unica modalità di viaggio che permette di utilizzare tutti i cinque sensi che abbiamo, mentre di norma al viaggio associamo solo la vista. Quando si cammina invece si sta con i piedi direttamente in contatto con la strada, si possono annusare i profumi diversi, ascoltare i vari suoni, gustare i prodotti tipici, ma anche qualche frutto che si trova lungo il percorso. Un'immersione totale.

Dai primi anni 2000 a oggi, com'è cambiata l'accoglienza nei confronti del turista lento?

È cambiata parecchio. Quando abbiamo percorso per la prima volta il cammino della via Francigena, ricordo che un giorno, mentre eravamo vicino a Pavia, si è fermato accanto a noi un SUV e l'autista ci ha proprio detto: "andatevene, perché noi qua non vi vogliamo". In quel periodo, quando andava bene ci guardavano come se fossimo persone strane. Poi, il cammino di Santiago è diventato un'icona e ha iniziato ad essere percorso da migliaia di turisti. Questo ha sdoganato la pratica del cammino e sempre più persone sanno cosa si va a fare, quindi la diffidenza ha lasciato il posto all'interesse e all'accoglienza. Si sentono sempre più spesso frasi del tipo: "Lo farei volentieri anche io". Quindi è proprio cambiato l'approccio e intanto si sono moltiplicati i cammini.

Quali consigli pratici darebbe a chi vuole fare per la prima volta un cammino?

Movimento Lento cerca proprio di dare concretezza all'attività dello slow travel. Siamo infatti attivi su due filoni. Il primo è quello della formazione, con la scuola a Roppolo alla Casa del Movimento Lento, che è una piccola struttura d'accoglienza e un centro culturale. Il corso più adatto a un principiante si chiama "Il primo passo" e dura un weekend. Proponiamo dei consigli tecnici, ad esempio come preparare lo zaino, quali scarpe sono più adatte per viaggiare, ma anche suggerimenti su quali sono i cammini più adatti e soprattutto prestiamo attenzione all'aspetto motivazionale. Come si diceva prima: come mai nel 2019 dovrei scegliere un viaggio di questo tipo? Lavoriamo con letture, riflessioni, mentre camminiamo lungo la via Francigena. Sul sito della Casa del Movimento Lento si trova l'intero programma. Buona parte dei soci sono proprio ex allievi dei nostri corsi.

Quali altri progetti porta avanti Movimento Lento?

Di solito scegliamo un progetto grande ogni anno, accanto a iniziative più piccole, e cerchiamo di portarlo avanti curando i dettagli. Ci aiutano dei soci che sono anche professionisti nei diversi ambiti che servono. L'ultimo è stato il cammino di Oropa, che è dedicato proprio a persone che non hanno mai praticato turismo lento. Si parte dalla stazione ferroviaria di Santhià, tra Torino e Milano. Si prevede proprio l'intermodalità: lasciare a casa l'auto per usare solo il treno e i propri piedi. Il cammino dura poi 4 giorni ed è diviso in tappe con una difficoltà crescente, fino ad arrivare al santuario di Oropa, vicino a Biella.

È stato completamente pensato e realizzato da Movimento Lento, con la collaborazione delle associazioni locali. E funziona piuttosto bene: avevamo ipotizzato di accogliere circa cento turisti, ne sono giù arrivati 300 e l'anno prossima uscirà la guida dedicata. Le persone sono soddisfatte e si crea un passaparola che porta sempre nuovi interessati. Anzi, c'è già chi dopo averlo percorso una volta è ritornato e ha portato i propri amici.

Se dovesse utilizzare un suo ricordo per raccontare cosa significa viaggiare lenti, quale sceglierebbe?

Sono davvero tantissimi. Sicuramente gli incontri sono l'aspetto più bello. Anzi, direi indimenticabile. Si conoscono persone davvero straordinarie, con storie personali che sembrano uscite da un film. Si cena insieme e ci si ascolta, ci si immerge nelle loro vite. Qualche anno fa, ad esempio, ho incontrato un ragazzo che dopo aver perso il lavoro si è messo a camminare, per caso. Così ha scoperto il cammino di Santiago e da allora sono 5 o 6 anni che è ininterrottamente in viaggio a piedi.

Poi c'è una signora belga di più di 70 anni. Quando l'ho conosciuta era partita da casa sua senza un soldo, affidandosi completamente alla Provvidenza, perché era molto credente, e all'ospitalità delle persone. E ha sempre trovato qualcuno che l'accogliesse e gli offrisse una cena. Ha scritto anche un libro sulla sua avventura. E ora, ogni anno, viaggia per l'Europa in questo modo.

Sono storie spesso commoventi e nascono anche meravigliose amicizie. Da un punto di vista umano, il viaggio lento accorcia molto le distanze tra le persone. E aiuta anche a lavorare su se stessi, a conoscersi meglio. Il tempo per noi è una delle cose di cui abbiamo davvero bisogno al giorno d'oggi.

Credits photos: Movimento Lento.

In copertina: Alberto Conte con la moglie Susanna

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Sono Laureata in Lingue e letterature straniere e ho frequentato la Scuola di giornalismo “Walter Tobagi” di Milano. Mi occupo principalmente altro…