Il Cammino nelle Terre Mutate: un percorso solidale nelle zone distrutte dai terremoti

Il turismo lento può diventare anche un viaggio solidale nella memoria dei recenti tragici avvenimenti che hanno colpito il nostro Paese, tra cui il terremoto del Centro Italia nel 2016 e, ancora più indietro, quello che distrusse L’Aquila nel 2006. Un viaggio intenso nel quale ti consiglio di farti accompagnare dalla guida ufficiale, con i ricordi di chi ha sempre abitato quelle terre.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Rubrica a cura di Giulia Dallagiovanna
5 Dicembre 2019

In questa rubrica ti ho parlato di diversi percorsi e ho cercato di presentarne uno per tutti i gusti. Esistono infatti tantissime possibilità di turismo lento in Italia. Puoi scegliere di avvicinarti di più alla natura, di immergerti nella storia antica o più recente, di scoprire prodotti enogastronomici locali e meno famosi. Oggi però volevo parlarti di un'altra ragione per cui scegliere di partire: la solidarietà. Il Cammino nelle Terre Mutate nasce proprio con questo intento, per non dimenticare quei paesi e quelle persone che nel 2016 si sono viste portare via tutto dal sisma che ha scosso violentemente il Centro Italia. Mai come in questo caso, però, se decidi di partire è bene che tu raccolga tutte le informazioni necessarie: si tratta di un viaggio che passa attraverso rovine di case e cantieri aperti, perciò dovrai prestare la massima attenzione al discorso della sicurezza.

La torre campanaria della chiesa di Sant’Agostino ad Amatrice (ora crollata): il suo orologio era rimasto fermo all’ora del sisma

La partenza è Fabriano, il comune in provincia di Ancora famoso, tra le altre cose, per la produzione di carta di qualità e per un settore artigianale molto vivace che le ha fatto ottenere il riconoscimento di Città creativa conferito dall'Unesco. Dopodiché parte un itinerario lungo circa 250 chilometri che entra nel cuore dell'Appennino, passando per Norcia, Accumuli, Amatrice e arrivano fino a L'Aquila, che porta ancora i segni del terremoto devastante del 2006.

Un modo per sostenere l'economia locale e fare in modo che queste terre non vengano dimenticate

Ci sono alcune regole che dovrai seguire, tra cui non entrare all'interno dei cantieri per curiosare e non pubblicare su nessuna piattaforma le foto degli interni di case: lì dentro si consumava la vita più intima e personale degli abitanti, che i crolli hanno messo a nudo in modo brusco e violento.

Ma oltre alle raccomandazioni, ti consiglio di farti accompagnare dalla guida del Cammino, che puoi trovare sul sito ufficiale, e dove sono contenute tutte le informazioni dei borghi che potrai visitare, ma anche i ricordi e le testimonianze di chi vi ha sempre abitato. E poi, parti. A piedi o in bicicletta, potrai suddividere l'intero itinerario in 14 tappe e decidere naturalmente percorrerne solo alcune, in base al tempo che hai a disposizione. Lo scopo è quello di sostenere le strutture ricettive che sono rimaste sul territorio e di mantenere vivo il ricordo di quello che il Centro Italia sta ancora vivendo, in modo che queste popolazioni non vengano abbandonate a loro stesse.

La piazza di San Benedetto a Norcia, con la Basilica di San Benedetto risalente al XII secolo

Non mancheranno comunque le bellezze artistiche, come la Basilica di San Benedetta da Norcia, e quelle naturali, tra cui il Parco Nazionale dei Monti Sibillini e il Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga. Insomma, non si tratta di volontariato, ma di un viaggio in piena regola che farà bene all'economia locale, ma anche a te.

(Nell'immagine di copertina è raffigurata una casa di Amatrice, gravemente danneggiata dal terremoto del 2016)

Questo articolo fa parte della rubrica
Sono Laureata in Lingue e letterature straniere e ho frequentato la Scuola di giornalismo “Walter Tobagi” di Milano. Mi occupo principalmente altro…