Cos’è la Medicina narrativa: un nuovo modo di vedere il paziente e la sua storia

Se ti piacciono le serie tv mediche alla Gray’s Anatomy e Dr House, sai quanto possa essere avvincente “entrare” nelle storie di medici e pazienti. La Medicina narrativa va oltre la fiction e oltre la scienza. Insegna ai professionisti della sanità a “leggere” il racconto che ogni paziente nasconde dentro usando l’empatia.
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Paola Perria 17 Ottobre 2018
* ultima modifica il 22/09/2020

Esiste da sempre una medicina basata sull’evidenza. È quella che ben conosci, che vede due protagonisti principali: la malattia con i suoi sintomi peculiari, e il medico che la diagnostica e la cura. Ed esiste la Medicina basata sulla narrazione. Il corpo che si ammala racconta una storia, e questa storia va molto al di là dell’organo interessato o delle cause fisiche da cui il male è scaturito. La Medicina narrativa prende un protagonista – il paziente – e prova a scoprire, capitolo dopo capitolo, la storia che racconta, all'interno della quale si inserisce la malattia e il suo percorso terapeutico. Ma anche il medico è un protagonista, e ha la sua storia da raccontare. E, infine, il rapporto che si crea tra professionista e ammalato, è a sua volta un racconto unico e speciale.
Come vedi, la Medicina narrativa siamo tutti noi, che da una parte o dall’altra, in un ruolo o nell’altro, siamo i protagonisti di storie che si intrecciano.

Come nasce la medicina narrativa

A parlare per la prima volta di “narrazione”, quindi di racconto, associato alla Medicina, è stata Rita Charon, medico e docente universitaria, fondatrice del primo corso in NBM (Narrative Based Medicine) presso la Medical School della Columbia University di New York. La sua intuizione parte dalla necessità di coniugare competenza scientifica con competenza “umana”. Nell’introduzione al suo studio del 2001 dal titolo “Medicina narrativa. Un modello di empatia, riflessione, professionalità e fiducia”, leggiamo:

“L’efficacia della pratica medica richiede competenze narrative, vale a dire l’abilità di comprendere, assorbire, interpretare e recitare un ruolo all’interno delle storie e dei problemi degli altri”.

Inizi a capire il senso di questo approccio “umanistico”? Secondo la dott.ssa Charon il buon esito di una cura dipende anche dal tipo di rapporto che si crea tra i protagonisti coinvolti nel processo, e quindi le equipe mediche, il personale paramedico ospedaliero e non, e i pazienti. Tutti insieme, coralmente, essi interpretano dei ruoli portandosi appresso il proprio vissuto, fatto di paure, di desideri, di dolori e di gioie. Fatto di storie che si intrecciano ad altre storie.

Il bravo medico diventa perciò anche un bravo comunicatore, in grado di ascoltare e capire nel profondo i bisogni dei suoi pazienti, ma soprattutto di interpretare il non detto, e di aiutare chi ha in cura, a trovare le parole per descrivere ciò che sta attraversando, sia sotto il profilo fisico che psicologico ed emotivo.

E il bravo medico sa anche comunicare tutto questo ai colleghi, e sa dialogare con se stesso, in quell'intimo colloquio che è necessario per rielaborare le emozioni che un lavoro delicato e spesso doloroso come quello della professione medica comporta.

La medicina narrativa oggi

Abbiamo introdotto il concetto generale di Medicina narrativa, ma come si declina praticamente? Oggi esistono corsi di formazione specifici per il personale medico e paramedico, anche a livello universitario. Lo scopo è quello di preparare i professionisti della sanità a relazionarsi consapevolmente con i pazienti usando l’empatia e perfezionando le proprie capacità comunicative. Non è facile, soprattutto per uno scienziato che sia abituato a pensare in termini di evidenze cliniche e di “provette”, ma è anche l’unica via praticabile per rendere la medicina quell’”arte” profondamente umana che proprio come l’approccio olistico non si limita a curare una parte, ma si prende cura del tutto.

Il paradigma della Medicina narrativa, è del resto lo stesso della Medicina tradizionale basata sull'evidenza, e si regge su quattro pilastri fondamentali:

  • Personalizzazione
  • Predizione
  • Prevenzione
  • Partecipazione

E sempre per restare nel numero, quattro sono le situazioni narrative chiave da considerare:

  • Il rapporto medico-paziente
  • Il rapporto del medico con se stesso
  • Il rapporto del medico con i colleghi
  • Il rapporto del medico con la società

Imparare a raccontare questi contesti significa migliorarli in ogni senso. Sei d’accordo? Che tu sia un paziente, un medico o abbia comunque a che fare con la sanità in qualunque ruolo, ti invito a riflettere.

Perché vedi, finché non la racconti, nessuna storia esiste.

“Creando un ponte che collega tra di loro medici e pazienti, i medici tra di loro e i medici con la società, la Medicina narrativa offre nuovi spunti per una assistenza medica che sia rispettosa, empatica e ricca di umanità” (Rita Charon)

Fonti | H.StoryDigital Narrative Medicine

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.