Cos’è la prima batteria al mondo che funziona grazie all’emoglobina del nostro sangue e quali sono i suoi vantaggi

Ricercatori dell’Università di Cordoba hanno messo a punto una batteria in grado di funzionare grazie al sangue. O meglio: grazie alle capacità di catalizzatore dell’emoglobina, ovvero quella proteina presente nei globuli rossi e responsabile del trasporto dell’ossigeno dai polmoni ai diversi tessuti e organi del corpo. I vantaggi? Questo dispositivo è sostenibile, resistete e condizioni atmosferiche avverse e biocompatibile.
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Kevin Ben Alì Zinati 2 Febbraio 2024
* ultima modifica il 02/02/2024

Efficace, capace di resistere a condizioni atmosferiche avverse, utile per alimentare dispositivi integrati nel corpo umano e soprattutto sostenibile.

Sto parlando di un’innovativa batteria, sì. Ma diversamente da quella tutta italiana realizzata a partire da materiali ricaricabili e che normalmente troveresti in tavola, quella messa a punto dai ricercatori dell’Università di Cordoba funziona grazie al sangue.

O meglio, grazie all’emoglobina, ovvero quella proteina presente nei globuli rossi e responsabile del trasporto dell’ossigeno dai polmoni ai diversi tessuti e organi del corpo.

I ricercatori spagnoli hanno pensato che visto la sua grande affinità con l’ossigeno, l’emoglobina fosse in grado di assumere il ruolo di catalizzatore della reazione elettrochimica che trasforma l’energia chimica in energia elettrica.

E in effetti hanno avuto ragione. Il dispositivo che hanno descritto sulla rivista Energy & Fuels si è dimostrato in grado di funzionare per circa 20-30 giorni, offrendo grossi potenziali vantaggi in ambito medico.

Utilizzando batterie zinco-aria, una delle alternative più sostenibili alle classiche batterie agli ioni di litio, i ricercatori hanno visto che l’emoglobina può facilitare la reazione elettrochimica, chiamata reazione di riduzione dell’ossigeno.

Dopo che l’aria entrata nella batteria, insomma, l’ossigeno viene ridotto e trasformato in acqua in una delle parti della batteria, rilasciando elettroni che passano all'altra parte della batteria, dove avviene l'ossidazione dello zinco.

Il team dell’Università di Cordoba che ha realizzato il prototipo della prima batteria a emoglobina.

In questo modo i ricercatori sono riusciti a far funzionare il prototipo di batteria biocompatibile con 0,165 milligrammi di emoglobina per quasi un mese.

I vantaggi non sono da sottovalutare, dicono gli scienziati. Le batterie zinco-aria, infatti, sono più sostenibili e possono resistere a condizioni atmosferiche avverse, come alta umidità o temperature basse.

L'uso dell'emoglobina come catalizzatore biocompatibile, poi, è molto promettente come fonte di alimentazione per dispositivi integrati nel corpo umano: essa, infatti, funziona a pH 7,4 simile a quello del sangue.

Fonte | "Human Hemoglobin-Based Zinc–Air Battery in a Neutral Electrolyte" pubblicata sulla rivista Energy & Fuels 

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