
La scialorrea è una condizione che comporta un eccesso di saliva nella bocca. Viene chiamato anche ptialismo e può provocare la fuoriuscita involontaria del liquido dalle labbra, uno dei tratti più distintivi del disturbo.
Quando si parla di scialorrea, ci si riferisce a un disturbo per cui si verifica una salivazione eccessiva, tale da provocare un accumulo nella cavità boccale. Più nello specifico, il termine indica lo scorrere del liquido al di fuori delle labbra e lungo gli angoli della bocca. Non cambia le sue caratteristiche fisiche, colore od odore però quando è così abbondante ha una minore incisività nell’attività digestiva perché non contiene ptialina.
Oltre all’aumento normale che abbiamo quando vediamo un cibo per noi succulento, la salivazione intensa può dipendere da alcune patologie molto diverse tra loro, eccone alcuni esempi:
Attenzione, però, che è considerata normale nei neonati e nei piccoli fino ai 18 mesi di vita.
Molto utile è il salivogramma, che prevede l’introduzione per via sublinguale di piccole quantità di materiale radiopaco – non solo per verificare l’eccessiva presenza di saliva, ma soprattutto per controllare che l’isotopo non penetri anche nelle vie respiratorie.
Iniziamo col dire che se il disturbo è isolato, non è necessario alcun trattamento in quanto la scialorrea è un fenomeno che dura poco e, nella maggior parte dei casi, si risolve in maniera autonoma e se, invece, è il sintomo di una patologia specifica sarà la cura per quella ad eliminarla. Se il problema rimane si possono scegliere farmaci come l’ossibutinina che però spesso non hanno effetto. L’approccio chirurgico, invece, consiste nell’asportazione delle ghiandole salivari e nella chiusura dei dotti di Stenone.
Fonti| Ospedale Bambino Gesù, Clinica Castelli