Cos’è la scialorrea: l’eccesso di saliva

Se soffri di salivazione abbondante anche quando questa risposta non è legata a nessuno stimolo esterno, potrebbe trattarsi di scialorrea. Proviamo a capire meglio cosa significhi.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Valentina Danesi 28 Ottobre 2022
* ultima modifica il 30/10/2022

La scialorrea è una condizione che comporta un eccesso di saliva nella bocca. Viene chiamato anche ptialismo e può provocare la fuoriuscita involontaria del liquido dalle labbra, uno dei tratti più distintivi del disturbo.

Scialorrea

Cos’è

Quando si parla di scialorrea, ci si riferisce a un disturbo per cui si verifica una salivazione eccessiva, tale da provocare un accumulo nella cavità boccale. Più nello specifico, il termine indica lo scorrere del liquido al di fuori delle labbra e lungo gli angoli della bocca. Non cambia le sue caratteristiche fisiche, colore od odore però quando è così abbondante ha una minore incisività nell’attività digestiva perché non contiene ptialina.

Le cause

Oltre all’aumento normale che abbiamo quando vediamo un cibo per noi succulento, la salivazione intensa può dipendere da alcune patologie molto diverse tra loro, eccone alcuni esempi:

  • reflusso gastroesofageo
  • sclerosi laterale amiotrofica (SLA)
  • sclerosi multiplatonsillite
  • tumori della bocca
  • infiammazioni del cavo orale
  • allergie
  • morbo di Parkinson
  • demenza
  • ictus
  • intossicazioni 
  • pancreatite
  • paralisi cerebrale
  • utilizzo di apparecchi ortodontici
  • gravidanza.

Attenzione, però, che è considerata normale nei neonati e nei piccoli fino ai 18 mesi di vita.

Diagnosi

Molto utile è il salivogramma, che prevede l’introduzione per via sublinguale di piccole quantità di materiale radiopaco – non solo per verificare l’eccessiva presenza di saliva, ma soprattutto per controllare che l’isotopo non penetri anche nelle vie respiratorie.

Cura

Iniziamo col dire che se il disturbo è isolato, non è necessario alcun trattamento in quanto la scialorrea è un fenomeno che dura poco e, nella maggior parte dei casi, si risolve in maniera autonoma e se, invece, è il sintomo di una patologia specifica sarà la cura per quella ad eliminarla. Se il problema rimane si possono scegliere farmaci come l’ossibutinina che però spesso non hanno effetto. L’approccio chirurgico, invece, consiste nell’asportazione delle ghiandole salivari e nella chiusura dei dotti di Stenone.

Fonti| Ospedale Bambino Gesù, Clinica Castelli 

Contenuto validato dal Comitato Scientifico di Ohga
Il Comitato Scientifico di Ohga è composto da medici, specialisti ed esperti con funzione di validazione dei contenuti del giornale che trattano argomenti medico-scientifici. Si occupa di assicurare la qualità, l’accuratezza, l’affidabilità e l’aggiornamento di tali contenuti attraverso le proprie valutazioni e apposite verifiche.
Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.