
Nel 1923 il medico francese Joseph Capgras descrisse per la prima volta il caso di una donna che sosteneva che il marito e altre persone a lei vicine, fossero state sostituite da dei sosia. Di certo la donna non presentava un'inattaccabile stato di salute mentale: alle spalle aveva una storia di dieci anni di psicosi e, nei cinque anni precedenti era già stata anche ricoverata, tuttavia, al momento della diagnosi lei era fermamente convinta che le persone presenti nella sua vita fossero state sostituite da sosia o perfetti doppioni.
Capgras definì la patologia come “illusion des sosies”, nonostante si trattasse di una percezione sensoriale intatta, non tanto di un’illusione. Ad ogni modo quella malattia di natura psichiatrica prese poi il nome di Sindrome di Capgras, o delirio di Capgras, e iniziò a fornire sempre maggiori dettaglia su quella particolare sensazione di estraneità sperimentata dal paziente nei confronti delle persone a lui vicine.
La sindrome di Capgras è una malattia psichiatrica per cui il soggetto è fermamente convinto che una o più persone a lui vicine dal punto di vista affettivo, siano in verità sosia. Si verifica quindi un disconoscimento della persona conosciuta, “giustificato” dalla quantità di prove raccolte dal paziente stesso: un atteggiamento inusuale, un diverso modo di parlare o di comportarsi, o ancora, qualche altro particolare che non sarebbe altro che l'inconfutabile dimostrazione che chi si ha di fronte è un sosia (e quindi un impostore).
Anche tentando di chiedere al paziente in cosa il presunto sosia differisca rispetto all'originale, lui porterà sempre alla luce degli aspetti relativi all'aspetto fisico o al comportamento che differiscono dall'originale, così da avvalorare la sua tesi.
In pratica, con la sindrome di Capgras non si ha un problema nel riconoscimento perché il paziente potrà esordire con un “tu sembri esattamente come tal dei tali”, ma aggiungerà anche “ma so che non sei tu, tu sei un sosia”.
La sindrome di Capgras tende a comparire in età precoce e sono più frequenti i casi tra le donne, tant’è che in passato questa patologia veniva liquidata come una forma di isteria.
La sindrome deriva da un disturbo psicotico, ma può essere anche l'effetto collaterale di un altro disturbo psichiatrico (depressione psicotica, schizofrenia paranoie, disturbi dell’umore, etc.) o comparire in concomitanza di un periodo particolarmente stressante.
Tra i principali sintomi che possono indicare la presenza di questa rara patologia ci sono: allucinazioni, disorientamento, deficit di memoria e disconoscimenti. Ad ogni modo, la manifestazione di un errata identificazione è un segno inequivocabile della patolologia.
Esiste poi una forma ancora più rara della sindrome di Capgras, in cui il paziente arriva ad affermare l’esistenza del sosia di se stesso dando vita al fenomeno dell’autoscopia, ma vale la pena fare una distinzione. Nell’autoscopia il "doppione" è parte del paziente, mentre nella sindrome di Capgras il sosia non è "con il paziente". Nell'ambito dell'autoscopia, infatti, il paziente sperimenta un doppione del suo sé reale e riconosce un’identità psicologica che oscilla tra se stesso e il doppione, mentre nella sindrome di Capras il paziente riconosce come distinte la sua persona e quella del sosia, che vede sempre come impostore.