
Secondo il 48° Rapporto Censis la grande passione degli utenti italiani sono i social network: il 49% degli utenti italiani usa il web solo per restare in contatto con i propri amici e condividere i propri interessi (passiamo almeno 2 ore al giorno in questa occupazione), e la percentuale arriva addirittura all’80% nella fascia di età 14-29 anni, la categoria più giovane degli utenti. Il rapporto rileva che almeno il 47% degli utenti italiani trascorre più di 5 ore al giorno in solitudine. Non c’è da stupirsi molto. Anche senza sondaggi e ricerche alla mano, basta pensare al quantitativo di selfie che circolano, una dichiarazione esplicita della realtà che indica come dietro quello smartphone, altro non c’è che una persona sola.
Eppure non sempre la tecnologia mette i bastoni tra le ruote alla socializzazione e alla condivisione di esperienze reali e non virtuali. Da poco arrivata in Italia, Nextdoor è la prima app per vicini di casa. Premesso che occorre iniziare dai piccoli gesti come salutare e scambiare qualche parola con gli abitanti del quartiere, questa nuova app ha l’obiettivo di avvicinare persone che vivono vicine creando una community online dove potersi scambiare informazioni, consigli e aiuto. Ti serve una baby sitter? Cerchi urgentemente un idraulico per un guasto nel bagno? Questa app può venirti in auto (ma se ti manca lo zucchero dovrai ancora suonare il campanello della vicina di pianerottolo).
Nextdoor ha lanciato l'iniziativa “La mia porta è aperta” con cui invita gli utenti ad aprire le porte delle loro case. Come? Offrendo supporto a chi soffre di solitudine nel quartiere con azioni semplici e utili nel periodo invernale. D’altronde basta un caffè in compagnia, una passeggiata all’aperto o una semplice chiacchierata con un vicino di casa per sentirsi meno soli.
“Il numero di risposte positive che abbiamo ricevuto dai membri italiani che hanno accolto l’iniziativa di aprire la propria porta ad altri vicini è impressionante – spiega Amedeo Galano, Head of Community di Nextdoor per l’Italia – Già dalle prime settimane dal lancio di Nextdoor, vicini di casa hanno cominciato a usare l’app quotidianamente per dare consigli e chiedere raccomandazioni. Siamo felici di vedere questo grande livello di partecipazione. Mi impressionano l’impegno e la dedizione nel partecipare a iniziative concrete per rendere la comunità locale un posto migliore in cui vivere”.
Gratuita, facile da utilizzare e sempre attiva, App to Young è un’altra applicazione che ha lo scopo di promuovere il dialogo, questa volta non tra vicini di casa, ma con gli adolescenti. Oltre lo schermo del cellulare, infatti, un team di psicologi qualificati è a disposizione 24 ore su 24, tutti i giorni della settimana, per ascoltare e aiutare ragazzi in difficoltà. Come funziona? Dopo essersi registrati con un nickname (l’anonimato è garantito), all’utente viene proposto un questionario sviluppato dal team di Neuropsichiatria Infantile del Bambino Gesù, utile per delineare il suo profilo e le sue necessità. Completato il questionario, l’utente può contattare direttamente il numero verde del Centro di Ascolto dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù per parlare con uno psicologo, oppure preferire un accesso ad una chat peer-to-peer con un suo coetaneo (monitorato in diretta da uno psicologo qualificato), per farsi ascoltare e chiedere magari un consiglio. I giovani che rispondo nella chat fanno parte del gruppo Youngle, il servizio pubblico nazionale di ascolto e counseling sui social network rivolto agli adolescenti e promosso dal Comune di Firenze. Anche genitori e insegnanti in difficoltà possono utilizzare App to Young, chiedendo un consiglio per un figlio o uno studente, attraverso la funzione “Voglio parlare di qualcuno”.
"La mancanza di comunicazione e la difficoltà a mettere in atto le richieste di aiuto per paura di essere giudicati o non compresi sono alcuni degli ostacoli che si frappongono tra i ragazzi che soffrono e chi potrebbe aiutarli – spiega Stefano Vicari, responsabile di Neuropsichiatria Infantile del Bambino Gesù -. App To Young è nata proprio per dare ai giovani con una qualche forma di disagio uno strumento adatto alle loro necessità, che sia sempre a portata di mano, per confidarsi e, se necessario, cercare aiuto. Con il supporto di personale qualificato, l’obiettivo è aiutarli a superare i momenti critici e prevenire le potenziali conseguenze".