Dal lupo alla lince iberica: le specie animali che sono state salvate dalla scienza

Falsi miti e credenze popolari hanno messo a rischio la sopravvivenza di alcune specie animali, fino a quando la scienza non si è occupata di smentire i più diffusi pregiudizi e di tutelare le specie in pericolo.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Gaia Cortese 15 Febbraio 2023

Dal lupo che sbrana i bambini ai pipistrelli che si nutrono di sangue umano. Falsi miti e credenze popolari che nel corso della storia hanno ingiustamente messo in cattiva luce animali con ben poche colpe. E quando queste specie animali, vittime di pregiudizi e soprattutto di persecuzioni, hanno rischiato di scomparire del tutto, fortunatamente è intervenuta la scienza.

La scienza ha dimostrato di avere un ruolo fondamentale nella conservazione del patrimonio della biodiversità e di essere in grado di salvare un specie animale quando l’intervento è tempestivo.

Basti pensare al lupo. Negli anni Settanta del secolo scorso si era quasi estinto, dopo essere stato perseguitato da credenze popolari che lo dipingevano addirittura come un predatore di bambini, oltre che di bestiame.

Lupo (Canis lupus)

La scienza ha dimostrato che il lupo per quanto sia un predatore selvatico in grado di razziare il bestiame non custodito, è comunque in grado di convivere con l’uomo. Chiaramente bisogna capire le dinamiche di una e dell’altra specie. In natura uomo e lupo occupano due spazi distinti e questa separazione degli spazi naturali e antropici andrebbe rispettata. Il problema è proprio l’infiltrazione dell’uomo all’interno del territorio del lupo, e di conseguenza anche lo spostamento del lupo nelle risorse atropitizzate. dovuto alla mancanza di risorse nel proprio habitat.

Ci sono poi i serpenti e i pipistrelli, da sempre perseguitati perché considerati malvagi e letteralmente sommersi da credenze popolari che non ne consideravano l’utilità nell’ecosistema. I serpenti invece, oltre a non essere animali aggressivi, si rivelano utili per contenere il numero dei roditori; allo stesso modo i pipistrelli si adoperano per il contenimento degli insetti (e in particolare delle zanzare).

Rinoceronte bianco settentrionale (Ceratotherium simum cottoni)

Come il lupo anche la lince iberica (Lynx pardinus) si è trovata a serio rischio di estinzione. Dall’inizio del secolo scorso la riduzione dei conigli selvatici che costituiscono il 90 per cento della alimentazione della lince, la persecuzione dell’uomo e la distruzione del suo habitat hanno messo in serio pericolo la specie in tutta la penisola iberica, tant'è che nel 2002 si contavano appena 94 linci in natura.

Dal 2006 è stata tentata la riproduzione in cattività e una successiva reintroduzione di alcune linci in porzioni del suo areale storico in Andalusia. È stata la prima volta che una simile soluzione per la salvaguardia di carnivori selvatici è stata sperimentata con successo. Da allora sono proseguiti diversi progetti di conservazione e la popolazione di linci ha continuato a riconquistare i territori dai quali era scomparsa.

Nel 2008 si è estinto  in natura il rinoceronte bianco settentrionale (Ceratotherium simum cottoni). Dopo aver trasferite le uniche due femmine, madre e figlia in cattività, in una riserva naturale in Kenya, è stata tentata la riproduzione assistita prelevando e conservando dei campioni di sperma prima che gli ultimi esemplari maschi morissero. Dopo molti tentativi nell’agosto del 2019 gli scienziati sono riusciti a fecondare in vitro gli ovuli delle ultime due femmine sopravvissute e il destino di questa sottospecie è indiscutibilmente cambiato.