Dalla fondazione del FAI alla voglia di cambiare le cose, ecco cosa ha reso Giulia Maria Crespi un’icona del Novecento

È stata la fondatrice del FAI, ma anche molto altro. Giulia Maria Crespi ha segnato un intero secolo con le sue idee, il suo amore per l’ambiente e la sua perseveranza, anche di fronte agli ostacoli.
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Sara Del Dot 20 Luglio 2020

Un amore infinito per l’ambiente e i suoi tesori, la passione per il progresso, l’evoluzione, il cambiamento attivo e il movimento. Perché andare avanti significa fare un passo in più degli altri, e per fare ciò ci vuole molto coraggio. Coraggio che Giulia Maria Crespi ha sempre avuto, nonostante tutto.

Spentasi a 97 anni a Milano il 19 luglio 2020, ha lasciato il segno, anzi, vari segni in un’Italia che, di simboli, ha davvero bisogno. Ma chi era questa donna che potremmo definire la madre degli ambientalisti italiani e perché dovremmo solo imparare da lei?

Sogni? Sì sogni! A furia di sognare, si riesce a portare nel concreto ciò che si sogna.

Nata nel 1923 a Merate, da una famiglia di industriali, Giulia Maria Crespi ha ricevuto un’educazione domestica, imparando diverse lingue e innamorandosi dell’arte grazie anche agli insegnamenti di Fernanda Wittgens, che fece risorgere la pinacoteca di Brera dopo il secondo conflitto mondiale. Nella sua vita ha salvaguardato una consistente parte del patrimonio naturale italiano, spingendo i cittadini alla sua conservazione e rispetto e battendosi anche per un’agricoltura più giusta e libera da sostanze dannose, sempre secondo il principio che “chi ha avuto molto, deve dare molto”.

Tra le cose più degne di nota della sua lunga vita e della lotta per ciò in cui credeva, possiamo ricordare la battaglia per l’ammodernamento del Corriere della Sera della cui proprietà faceva parte, che ha in seguito ceduto, ma soprattutto la fondazione del FAI, il Fondo Ambiente Italiano, cui diede la vita nel 1975 con Renato Bazzoni. Del FAI fu anche donatrice del primo bene, il Monastero Romano-Longobardo di Torba, e dei primi 500 milioni di lire, oltre che presidentessa onoraria. A tutto questo si aggiunge la costante attenzione e la spinta a una connessione più giusta e sana tra l’uomo e la terra, espressa attraverso un’agricoltura senza veleni e rispettosa dell’ambiente che lei stessa praticava nella sua azienda agricola della Zelata. Non a caso, fu anche tra i fondatori dell’Associazione per l’agricoltura biodinamica.

Di Giulia Maria Crespi, un unico ricordo però sembra legare chiunque l’abbia incontrata. Un ricordo che riassume tanti diversi concetti. Perseveranza, amore, libertà, coraggio. Tutte caratteristiche che non l’hanno mai abbandonata, che l’hanno resa la persona perfetta per creare realtà, spingere all’azione, amare la propria terra e i suoi tesori, insegnare che, se si crede in qualcosa, quel passo avanti bisogna farlo.