Datteri di mare, quei molluschi da lasciare attaccati sugli scogli del Mediterraneo

Considerati un’autentica prelibatezza, i datteri di mare non si possono pescare nelle acque del nostro paese per legge, dal momento che staccarli dalle rocce calcaree provoca gravi danni agli ecosistemi marini. Eppure, la pesca illegale rappresenta ancora una piaga ben lontana dall’essere debellata.
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Rubrica a cura di Federico Turrisi
26 Giugno 2020

Se ti dovessero proporre una zuppa o un piatto di spaghetti conditi con datteri di mare, dentro di te dovrebbe suonare un campanello d'allarme. Certo, si tratterebbe di una portata da veri buongustai, ma c'è un problema: raccogliere datteri di mare in Italia è illegale e se accettassi la proposta, potresti renderti complice di qualche scempio commesso su una costa del Mediterraneo.

Già, perché raccogliere datteri di mare significare frantumare interi blocchi di roccia e danneggiare in maniera irreparabile gli ecosistemi marini. Il passaggio dei pescatori di frodo provoca una desertificazione delle scogliere sommerse, che costituiscono l'habitat anche di molte altre specie, e un conseguente impoverimento della biodiversità.

Un tempo molto diffuso nei mari italiani, il Lithophaga lithophaga (questo il nome scientifico del mollusco bivalve che comunemente chiamiamo dattero di mare) è stato per anni vittima di una caccia indiscriminata, proprio perché considerato un prodotto assai apprezzato a tavola. Non solo. Ricordati inoltre che la crescita di questi animali è molto lenta: per darti un'idea, impiegano circa 20 anni per arrivare a misurare 5 centimetri. Risultato, la popolazione di datteri di mare ha subito un forte declino.

Per questo motivo la specie è inserita nell’allegato IV della Direttiva Habitat 92/43/CEE, nonché nell’allegato II della Convenzione di Berna e di quello della CITES, ossia la convenzione sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora selvatiche minacciate di estinzione. Catturare, trasportare o vendere datteri di mare significa andare incontro a pene severe. Tuttavia, la pesca di frodo è una pratica ancora lontana dal dirsi estirpata. Molto spesso dietro a questo fenomeno si nascondono delle vere e proprie organizzazioni criminali, che non si fanno scrupoli a spaccare a colpi di martello le rocce per estrarre i preziosi molluschi e rivenderli poi sul mercato nero. Forse, per salvaguare il nostro (già fragile) ambiente marino, vale la pena rinunciare a delle linguine con i datteri di mare.

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Laureato in lettere e giornalista professionista, sono nato e cresciuto a Milano. Fin da bambino ad accompagnarmi c’è (quasi) sempre stato un altro…