Dietro un cane pigro si cela sempre un proprietario con lo stesso difetto

Se non indicato espressamente, le informazioni riportate in questa pagina sono da intendersi come non riconosciute da uno studio medico-scientifico.
Quanto pesa la tua personalità sul tuo amico a quattro zampe? Forse non te lo sei mai chiesto, ma indubbiamente ha una forte influenza. Se per esempio il tuo cane dovesse dimostrare una certa pigrizia, forse potresti essere tu il proprietario “apatico”.
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Rubrica a cura di Gaia Cortese
25 Febbraio 2020

Dante è un bulldog del mio quartiere. È facile incontrarlo durante le sue passeggiate quotidiane perché non copre grandi distanze, anzi. È già tanto se percorre due volte la stessa via dall’inizio alla fine. Ma la cosa d'altronde non mi sorprende.

Nella classifica dei cani più pigri al mondo sul podio troviamo proprio lui (non Dante, ma la razza del Bulldog), seguito al secondo posto dal Maltese e al terzo dal Cavalier King Charles Spaniel. Il bulldog non ama correre, non si esalta all’idea di uscire per una passeggiata e, se potesse, se ne starebbe a poltrire sul divano tutto il giorno. Nemmeno il gioco è tra le sue priorità, si stanca presto e non vede l’ora di essere lasciato in pace.

Tanti proprietari non hanno l’energia, nè il tempo nè la voglia, di soddisfare le esigenze del proprio cane.

Theodora Biganzoli, Dog Trainer

In verità, se si escludono alcune razze particolari come quella del bulldog o del maltese, i cani non sono pigri. Sono curiosi, hanno bisogno di muovere le zampe e di essere sempre coinvolti in giochi diversi e coinvolgenti. Ecco perché nel momento in cui ci si imbatte in un cane pigro in area cani o altrove, il suo atteggiamento dovrebbe farci venire qualche pensiero (forse sul suo proprietario).

Se infatti è vero che i cani amano dormire fino a 14-18 ore al giorno, la parola "pigrizia" non fa parte del loro vocabolario. Se il cane è pigro vuole dirci qualcosa: ha un problema di salute, è sovrappeso o si sente molto giù. O più semplicemente, non è stimolato come invece dovrebbe essere. Il problema è che il cane non può lamentarsi, ma tenterà di comunicare il suo disagio attraverso alcuni evidenti segnali di stress (ansimando, sbadigliando o uggiolando), oppure attraverso una certa apatia.

È un peccato il non far niente col pretesto che non possiamo fare tutto.

Winston Churchill

Se quindi il cane non è stimolato propriamente, alla base di questa pigrizia, potrebbe esserci proprio un problema del proprietario che, indovina un po’, potrebbe essere lo scansafatiche e il procrastinatore della situazione. Se non è raro non avere voglia neppure di metetre giù i piedi dal divano, immagina la voglia di alcuni individui di mettersi le scarpe, vetirsi e uscire fuori con il cane al guinzaglio.

E indovina quali sono gli errori più comuni che vengono commessi nel momento in cui si prende un cane (e forse non si dovrebbe)? Scegliere una razza tipo Border Collie o Jack Russell se sei un tipo sedentario, non avere abbastanza tempo a disposizione per portarlo a spasso, non concedergli gli spazi di esplorazione che necessita, non riconoscere di avere un carattere o uno stile di vita non appropriati a un cane. Come vedi, ancora una volta il problema è del proprietario.

Il problema si aggrava quando la condizione di pigrizia arriva a intrappolare un individuo (e di conseguenza il suo cane) in una sorta di "modalità comportamentale" da cui è molto difficile uscire: “Sono pigro e, in quanto tale, come dove trovo l’energia necessaria per cambiare lo stato delle cose?”. Guarda a caso, il proverbio "Cane che si morde la cosa" non poteva essere più appropriato.

Un proprietario pigro non si prenderà neppure il fastidio di cercare la collaborazione di un educatore cinofilo per correggere il comportamento del proprio amico a quattro zampe. Non solo per il fatto che la sua pigrizia lo fermerà anche solo dal sollevare il proprio cellulare per digitare una sequenza di numeri, ma soprattutto perché, per educare un cane, è fondamentale il lavoro fatto dallo stesso proprietario. Altrimenti, non si va da nessuna parte.

L’educatore lavora insieme al proprietario. Ci sono casi in cui gli esercizi proposti durante la lezione di addestramento devono essere svolti con il proprio cane anche negli altri giorni e, se consigli e cambiamenti di gestione non vengono recepiti e applicati, il cane non modificherà di una virgola il proprio atteggiamento.

"Un percorso va a buon fine e gli obiettivi si possono raggiungere solo se si fa un lavoro di squadra, lavorando sodo tutti i giorni – afferma Theodora Biganzoli, Dog Trainer -. E spesso non si tratta solo di addestramento, ma proprio di cambio di stile di vita".

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