Disponibile un nuovo farmaco contro il glioblastoma, non accadeva da 15 anni

Si chiama regorafenib ed è stato messo a punto da ricercatori italiani dell’Istituto oncologico veneto, a Padova. I risultati di uno studio hanno dimostrato come aumentino le speranze di sopravvivenza rispetto al più aggressivo tra i tumori cerebrali e come migliori anche la qualità della vita. Erano 15 anni che non veniva messo a punto nuovo farmaco.
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Giulia Dallagiovanna 4 Novembre 2019
* ultima modifica il 22/09/2020

Il glioblastoma è forse il più aggressivo tra i tumori che colpiscono il cervello. Nella maggior parte dei casi, l'unica prognosi possibile è il decesso. Si tratta di una formazione maligna che colpisce le cellule della glia, ovvero un gruppo di particelle diverse dai neuroni, ma fondamentali per il loro nutrimento. Questa neoplasia, di fatto, fa morire di fame il tuo organo cerebrale, oltre a comprometterne fin da subito diverse funzioni. I trattamenti disponibili oggi hanno almeno 15 anni di età, ma un gruppo di ricercatori italiani dell'Istituto oncologico veneto di Padova ha messo a punto un nuovo farmaco contro il glioblastoma con recidiva, il regorafenib, e ora l'Aifa ha dato il via libera alla sua commercializzazione.

La somministrazione sarà interamente a carico del Sistema sanitario nazionale e soprattutto sarà possibile grazie a una procedura anticipata dall'Agenzia italiana del farmaco. Una possibilità prevista dalla legge 648 del 1996 la quale prevede che i medicinali siano messi a disposizione in forma gratuita per i pazienti, quando non esistono valide alternative terapeutiche e gli studi e i trial clinici abbiano dimostrato l'efficacia del prodotto farmaceutico.

Migliorano le speranze di sopravvivenza e anche la qualità della vita

Proprio lo scorso gennaio era stata pubblicata su The Lacet la ricerca sul regorafenib che dimostrava quali importanti benefici avesse sui malati. Erano stati coinvolti 119 volontari, poi suddivisi in due gruppi per paragonare il nuovo trattamento con quello standard. E i risultati sono stati sorprendenti: a distanza di un anno, i pazienti ancora vivi che avevano ricevuto il medicinale sperimentale erano il doppio rispetto a quelli che avevano seguito le cure classiche. Non sono, ma la molecola di base era ben tollerata e anche la stessa qualità della vita era migliorata.

Ora dunque potrà essere adottato come possibile opzione di intervento per circa mille malati ogni anno. Numero destinato ad aumentare, soprattutto fra chi ha più di 65 anni, a causa anche di fattori legati all'inquinamento atmosferico.

Fonti| Aifa; "Regorafenib compared with lomustine in patients with relapsed glioblastoma (REGOMA): a multicentre, open-label, randomised, controlled, phase 2 trial" pubblicato su The Lancet, il 1 gennaio 2019

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