Dove vanno a finire i vecchi aeroplani? Ecco il più grande cimitero degli aerei al mondo

In questo nuovo episodio di Contro Natura parleremo dei cimiteri degli aerei, del loro scopo e soprattutto del perché si fa ancora così fatica a smaltire i relitti degli aeroplani.
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Rubrica a cura di Beatrice Barra
29 Novembre 2023

Esistono dei luoghi che, a primo impatto, potrebbero sembrare degli aeroporti, ma invece sono cimiteri. Uno di questi è l’AMARG, il cimitero degli aerei più grande del mondo, che ospita circa 4.000 velivoli dismessi. Pensa che, solo negli Stati Uniti, esistono circa 10 strutture come questa.

Amarg, fonte: Wikimedia Commons

Il ciclo di vita degli aerei

Anche gli aerei hanno un loro ciclo di vita. Rimangono in servizio mediamente per 25 anni, prima di essere smantellati. La durata di vita di un aereo dipende da una serie di fattori, tra cui il numero e la lunghezza di voli (cioè il ciclo di decollo e atterraggio e di pressurizzazione e depressurizzazione) e la lunghezza della tratta, oltre naturalmente alle tecniche di manutenzione. Esauriti 60/70 mila cicli, un aereo si può dire vecchio ed è pronto ad andare in pensione. Mantenere l’aereo in servizio richiederebbe infatti degli interventi troppo costosi e poco efficienti, oltre a tempi lunghi, che difficilmente le compagnie si renderebbero disponibili a sostenere. Per darti un’idea dei numeri, si stima che, entro i prossimi 20 anni, (secondo i dati ufficiali più recenti) verranno dismessi circa 17.000 aerei.

Una volta terminato il loro utilizzo, gli aerei vengono consegnati o fatti volare fino alle strutture specializzate e depositati in autentici cimiteri in attesa del loro smaltimento. Una delle più importanti società dedicate a tale scopo si chiama AMARG e si trova nei pressi della base militare Davis-Monthan a Tucson, in Texas, ma ci sono altre realtà simili in tutto il mondo. La struttura più importante d’Europa si trova in Spagna, all’aeroporto di Teruel.

Il destino dei relitti

Tendenzialmente tutti i cimiteri degli aerei presentano le stesse caratteristiche: ampi spazi e un clima secco e asciutto per non deteriorare gli elementi dei relitti. Gli aerei vengono lavati, registrati in un database, decontaminati da sostanze pericolose (come la benzina del serbatoio), trattati con un antiruggine e infine collocati nella loro posizione di stoccaggio, come un vero catalogo, nell’attesa della loro sorte.

Fonte: Aspersions/ Wikimedia Commons

Alcuni di questi vengono semplicemente rivenduti e rimessi in funzione, anche a distanza di molti anni e dopo aver effettuato tutta la manutenzione necessaria. Altri velivoli invece vengono smontati e i loro pezzi riutilizzati. Si stima che oggi si possa riciclare fino al 90% di un aereo, grazie allo smaltimento o riutilizzo di molte sue parti, per esempio il motore.

La domanda sorge però spontanea: se esiste la possibilità di poter riutilizzare i pezzi degli aerei, perché ci sono ancora questi cimiteri sterminati?

Perché esistono questi cimiteri?

Come dichiarato dalla International Air Transport Association (IATA: un'organizzazione internazionale di compagnie aeree), riciclare le parti di un aereo non è così facile come sembra. Si tratta di un processo molto lungo e i costi sono stimati, in media, sui 100 mila euro per ogni aereo. Il problema non è tanto il prezzo delle componenti, quanto piuttosto il costo degli interventi necessari per rimettere l’aereo in funzione. C’è poi il problema dei materiali: un aereo è composto principalmente da alluminio, un materiale al 100% riciclabile, ma se questo non è puro ed è unito ad altri elementi, il suo smaltimento avrà un processo più complicato. Poi ci sono le incertezze legate alla manutenzione: se l’aereo è tenuto correttamente, ed è conservata in modo adeguato la documentazione che lo attesti, quest’ultimo potrà essere riutilizzato; altrimenti, è più facile che il mezzo si svaluti e sia praticamente da rottamare.

Tutto ciò ha impedito la nascita di un vero e proprio mercato dell’aereo usato, cosa che spiega il motivo delle distese sterminate dei cimiteri.

Ah, bisogna inoltre considerare che la produzione degli aerei non si ferma nel frattempo, e si continuano a realizzare mezzi sempre più all’avanguardia. L’obiettivo dei produttori è sempre lo stesso: realizzare mezzi sempre più leggeri che trasportino il maggior numero di persone impegnando meno carburante possibile. La sovrapproduzione di aerei è uno dei fattori chiave ad aver generato il fenomeno dei cimiteri degli aeroplani.

…un po' di storia

La prima volta che si è sentita l’esigenza di trovare un deposito per i mezzi dismessi è avvenuta con la fine della Seconda Guerra mondiale, quando gli Stati Uniti si sono ritrovati un inventario di 65.000 aerei militari non più utilizzati. Il numero dei relitti è poi aumentato con la prima creazione degli aerei di linea nel 1969. Infine, nel periodo del lockdown, molti velivoli si sono danneggiati per il disuso e gran parte di essi sono stati dismessi. E i numeri sono ulteriormente in crescita: basti pensare che quest’anno si è registrato un record mai visto, 22.000 aerei in volo contemporaneamente.

Fonte: Flightradar.eu

Questo dimostra che l’aereo è un mezzo sempre più utilizzato, nonostante come sappiamo bene anche in vita è uno dei mezzi di trasporto più inquinanti, e che lo smaltimento dei rottami è destinato, in futuro, a essere un problema fondamentale per l’ecosistema.

Le soluzioni alternative

Ma alcune soluzioni innovative esistono, e sono state trovate da aziende che hanno iniziato a utilizzare parti degli aerei come oggetti di arredamento e di design. Alcuni aerei sono stati dipinti ed esposti nel museo PIMA, mentre nell'aeroporto di Helsinki si è avviato un interessante progetto e diversi pezzi di uno storico modello di A380 sono stati dipinti e messi all’asta per gli appassionati e collezionisti. Un vecchio Boeing, invece, è stato trasformato in un ostello all’aeroporto di Stoccolma.

Fonte: Stefan Schäfer, Lich/ Wikimedia Commons

Tutto questo ci dimostra che il riciclaggio degli aerei deve, e può, diventare una nostra priorità. La stessa Commissione Europea ha recentemente approvato il progetto Compass, che permetterà di sviluppare strumenti in grado di garantire una seconda vita ai componenti di aeroplani e mezzi di trasporto su gomma, cioè le automobili. L’obiettivo è quello di aumentare l’efficienza dei processi di riciclo e rigenerazione dei componenti in lamiera, da destinare alle nostre automobili. Solo così sarà possibile ridurre l’impatto ambientale di questi cimiteri.

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Polentona acquisita e curiosa instancabile. Sono a Milano dal 2016 e scrivo per passione da quando ho cinque anni. Amo il altro…