Alluminio, il materiale che si può riciclare all’infinito

Dalle lattine alle vaschette per gli alimenti, l’alluminio fa parte della nostra quotidianità. La buona notizia è che si tratta di un materiale completamente riciclabile. L’alluminio si ricava dalla bauxite, ma in Italia il 100% di quello prodotto è secondario, ovvero proviene dal riciclo dei rifiuti che butti ogni giorno.
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Rubrica a cura di Federico Turrisi
15 Gennaio 2020

Basta fare un giro in cucina per notare da quanti prodotti in alluminio sei circondato: il coperchio dello yogurt, l’involucro del cioccolato, la lattina, la scatoletta di tonno, la confezione di caffè e poi vaschette e rotoli di foglio di alluminio (in quest'ultimo caso si usa anche il termine carta stagnola, anche se con la carta intesa come materiale cellulosico, per esempio quella dei giornali, non ha niente a che vedere). Ma lo trovi anche nelle bombolette spray, nelle borracce, negli orologi, nelle biciclette, nei cerchioni delle automobili. Del resto è un materiale versatile, leggero e resistente. E soprattutto il suo riciclo è infinito.

L'Italia ha sfruttato questa qualità ed è diventato un paese leader in Europa nel riciclo dell'alluminio. In natura questo materiale è presente sotto forma di minerale: la bauxite. Ma il nostro paese, come saprai, è carente di materie prime e ha dunque puntato tutto sulla produzione di alluminio secondario, ossia si utilizza il metodo della rifusione dei rifiuti in alluminio per dare vita ogni volta a nuovi prodotti. L'alluminio riciclato non differisce per nulla da quello ottenuto dal minerale originale, dal momento che le caratteristiche fondamentali del metallo rimangono le stesse. Secondo i dati riportati dal Cial (il Consorzio nazionale imballaggi alluminio), nel 2018 in Italia sono state riciclate 54.300 tonnellate di imballaggi in alluminio, con un tasso di riciclo che supera di poco l'80%. Un risultato che ha consentito di evitare emissioni di gas serra equivalenti a 403mila tonnellate di CO2.

Immaginiamo di seguire idealmente il percorso di una lattina, una volta buttata nell'apposito bidone. Dopo essere stata raccolta e selezionata, viene pressata insieme ad altri rottami in alluminio in grandi balle e avviata a riciclo in fonderia. Sostanzialmente qui il materiale viene pre-trattato a circa 500 gradi per eliminare vernici, etichette o altre sostanze aderenti, e poi fuso a 800 gradi. In questo modo si ottiene alluminio liquido da cui si originano lingotti e placche destinate poi a essere lavorate per la produzione di nuovi manufatti. Il cerchio così si chiude.

Questo accade naturalmente se getti la tua lattina nel contenitore giusto. Se finisce nell'indifferenziato è più probabile che la lattina venga bruciata in un impianto di termovalorizzazione. Qui allora sorge la domanda: ma nella raccolta differenziata domestica l'alluminio va insieme alla plastica o al vetro? Dipende dal comune in cui risiedi. Per esempio a Roma e Milano si butta insieme alla plastica, ma a Torino e Bologna insieme al vetro. Per toglierti ogni dubbio, controlla sempre sul sito del gestore dei servizi di raccolta urbana della tua città. Con un piccolo gesto permetterai di recuperare materiale prezioso riutilizzabile per la realizzazione di nuovi prodotti, preservando così le risorse naturali e risparmiando energia per la produzione di nuova materia prima. Se infatti per produrre un chilogrammo di alluminio primario occorrono 15 kWh, per un chilo di alluminio secondario bastano solo 0,75 kWh. Più economia circolare di così…

Questo articolo fa parte della rubrica
Laureato in lettere e giornalista professionista, sono nato e cresciuto a Milano. Fin da bambino ad accompagnarmi c’è (quasi) sempre stato un altro…