Non piangere sull’olio versato: riciclalo!

Buttarlo nel lavandino è un grave errore, dal momento che si possono arrecare danni all’ambiente. Gli oli vegetali esausti vanno invece raccolti e portati nelle apposite isole ecologiche per poi essere recuperati.
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L'olio extravergine di oliva non può mancare sulla tua tavola: del resto, è il simbolo stesso della dieta mediterranea. A crudo puoi godere di tutte le sue proprietà nutrizionali, e poi è irrinunciabile per una buona frittura. Una volta utilizzato, che te ne fai di tutto quell'olio? Buttarlo nel lavandino o in qualche altro scarico è un errore. E anche piuttosto grave, visto che l'olio esausto è un agente inquinante, molto pericoloso soprattutto per le falde acquifere (oltre a ostruire le tubature e rovinare le condotte fognarie). L'olio delle fritture, infatti, non è biodegradabile e porta con sè le sostanze inquinanti derivate dalla carbonizzazione dei residui alimentari.

L'olio esausto non è un normale rifiuto organico e va conferito negli appositi centri ecologici gestiti dall'azienda che si occupa del servizio di raccolta dei rifiuti nel tuo Comune. Questo vale non solo per quello d'oliva, ma anche naturalmente per tutti gli altri oli vegetali di uso alimentare (semi di girasole, di lino, di canapa, di soia eccetera) che utilizzi in cucina.

Nel 2018 sono state raccolte circa 76 chilotonnellate di materiale, 6 in più rispetto al 2017. Il Conoe, il consorzio nazionale di raccolta e trattamento degli oli e dei grassi vegetali ed animali, fa sapere che il 62% degli oli generati proviene dall'ambito domestico, mentre il restante 38% da quello professionale, che significa sostanzialmente ristorazione (72%) e settore dell'industria e artigianato (28%).

Perché dunque è importante raccogliere l'olio della frittura, o quello del tonno in scatola? Semplice, perché così può essere avviato a riciclo, in un'ottica di economia circolare. L’olio alimentare esausto infatti, se conferito in maniera corretta, è del tutto recuperabile: dopo essere stato rigenerato, diventa una materia prima riutilizzabile all’interno di vari processi e usi industriali, come per esempio la produzione di biodiesel.

Ai Comuni e alle aziende che si occupano della nettezza urbana spetta il compito di lanciare campagne di sensibilizzazione della popolazione e di distribuire apposite taniche per la raccolta degli oli vegetali esausti. E sono numerose le realtà che hanno dato vita a iniziative, anche molto originali, per favorirne il riciclo. Un esempio? Quello del Comune di Vallesaccarda, in provincia di Avellino, dove se raccogli 5 litri di olio esausto, ricevi in regalo una bottiglia da un litro di olio extravergine di oliva locale. In passato, si riteneva che rompere o rovesciare una bottiglia piena di olio portasse sfortuna. Ma senza scomodare la malasorte, possiamo dire che l'olio è troppo prezioso per essere buttato nel water.

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Laureato in lettere e giornalista professionista, sono nato e cresciuto a Milano. Fin da bambino ad accompagnarmi c’è (quasi) sempre stato un altro…