Due chiacchiere con Silvia, una blogger speciale: “La possibilità di non vedere più mi fa apprezzare il mondo”

Le rimane l’1% di vista ma nonostante questo scrive articoli, post sui social, recensioni, reportage. Silvia, 30 anni, ha sin dalla nascita una paralisi cerebrale e vuole essere di esempio per chi non ha il coraggio di lottare. Nell’intervista si racconta tra studi universitari, viaggi e amore.
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Emanuele La Veglia 11 Dicembre 2020

Dalla Sicilia all'Emilia Romagna per inseguire un sogno nonostante ostacoli e difficoltà per cui in molti avrebbero rinunciato. La storia che voglio raccontarti oggi è quella di Silvia Calcavecchia, 30 anni, che si è laureata prima in lettere e poi in giornalismo e cultura editoriale, pur avendo una paralisi cerebrale che si è manifestata quando aveva pochi mesi.

"Nonostante le complicazioni durante la mia nascita, crescevo bene – mi ha raccontato – ma a 9 mesi mia mamma iniziò a notare che c’era qualcosa che non andava. Non riuscivo a stare seduta con la schiena dritta se non aiutandomi con una mano, da lì sono iniziati accertamenti, fisioterapia, ricoveri. All’età di 22 anni ho scoperto di avere una malattia degenerativa agli occhi che si chiama maculopatia"

Ora le rimane l'l’% di vista ma questo non la fa arrendere: oggi lavora come scrittrice, divulgatrice e content creator. Il suo blog e il suo profilo Instagram, Sissiland, hanno una community di quasi 10mila persone e sono pieni di messaggi positivi.

Cosa rappresenta per te la scrittura?

Per me è sempre stato un processo naturale, non ho mai smesso di scrivere, anzi è diventato un modo per sfogare le mie paure, il mio sentirmi inadeguata, sbagliata, diversa. Oggi non rappresenta più un'urgenza per me, ma uno strumento che uso con consapevolezza per raccontare e emozionare, ispirandomi a situazioni, eventi, viaggi. Attraverso Instagram posso combinare parole e immagini e così esprimo il massimo della mia creatività. La scrittura continua comunque ad essere qualcosa di intimo che ora però ho deciso di mettere al servizio degli altri.

Come riesci a fare tutto nonostante le tue difficoltà visive e motorie?

Avete presente la prima lettera, quella gigante che vi viene fatta vedere durante la visita oculistica?  Io la vedo sfocata e gli stessi medici si stupiscono di come riesca ancora a leggere, ma in realtà  spesso interpreto quello che vedo. Su Instagram ho creato il “vocabolario di sissiland” e con i miei follower ci divertiamo a dire che prima o poi alcune parole dovrebbero essere ufficializzate dall’Accademia della Crusca! Per me è assolutamente normale ingrandire una pagina word al 200%, scrivere con un carattere 20, fare screenshot per poi ingrandirli, ma va bene così. Mi piace pensare che posso vedere un tramonto, il volo di un gabbiano, il sorriso delle persone che amo…

Quali sono i tuoi punti di forza?

Il mio sorriso perché racconta appieno il mio amore per la vita e come ho scelto di volerla affrontare. Cerco sempre di trovare il lato positivo di ogni situazione: sapere che un giorno potrei non vedere più mi ha spinta ad apprezzare la bellezza del mondo senza darla per scontata.
Poi l'ironia, che per me ha un potere magico: riesce ad alleggerire la realtà con una risata. E infine la determinazione che mi ha permesso di raggiungere obiettivi e traguardi che altri consideravano impossibili.

In che modo ti hanno cambiata gli studi universitari?

Quel periodo mi ha permesso di entrare in contatto con una realtà più grande della mia, un piccolo paese della Sicilia. Fino ad allora ero una persona timida ed introversa e, senza neanche accorgermene, creavo un distacco con gli altri, aumentando il disagio e l’imbarazzo che gli altri talvolta manifestavano davanti alla mia disabilità. Ho trovato il coraggio di aprirmi, capire che anch’io avevo qualcosa da offrire.

Poi è arrivato l'amore

Non credevo che qualcuno si sarebbe mai accorto di me né tantomeno innamorato. Eppure, è successo: negli anni a Palermo ho incontrato Benny. È stato qualcosa di inaspettato. Se qualche anno fa mi avessero detto che mi sarei laureata due volte, che mi sarei trasferita a 1500 chilometri dalla mia casa d’origine, che avrei avuto un compagno che mi ama da più di otto anni, che avrei parlato al Tedx e che sarei riuscita a trasformare le mie passioni in una professione, non ci avrei mai creduto. Ho ancora tanti sogni nel cassetto, tra cui quello di ristrutturare un mini van e fare un lunghissimo viaggio dedicandomi alla scrittura.

Silvia e Benny a Dublino.

Oggi di cosa ti piace scrivere?

Dai primi feedback positivi sui social ho capito che, attraverso uno schermo, potevo diventare quel punto di riferimento di cui avrei avuto bisogno a mia volta da adolescente. Con il mio esempio e la mia vita “normale”  voglio dimostrare che nulla è impossibile veicolando messaggi positivi e riflessioni personale. Sono attiva anche nel trattare argomenti come la sostenibilità, i problemi delle istituzioni scolastiche, il cyberbullismo, la violenza sulle donne. La vita è un dono meraviglioso nonostante le difficoltà e vale la pena viverla appieno e ognuno di noi può fare la sua parte per contribuire a rendere il mondo un posto migliore.

Cosa consiglieresti a chi vuole seguire il tuo esempio?

Ascolta il tuo cuore. Sperimenta, crea, fallisci, rialzati e riprova. Non avere paura dei luoghi più reconditi che potrai scoprire dentro di te e non dare mai ascolto a chi non crede in te o a chi non vede le tue qualità. Non basta solo desiderare una cosa per farla, ma devi crederci profondamente.