E se gli insetti finissero nel menù del futuro? Possono non piacerti, eppure sono ricchi di proteine e grassi buoni e sono sostenibili

Un giorno, in un futuro non troppo lontano, potresti ritrovarti di fronte al menù di un ristorante a scegliere fra una porzione di cavallette o una pasta con delle cicale. Possono anche sembrarti strani e un po’ disgustosi ma gli insetti potrebbero davvero diventare un’alternativa a ciò che già mangiamo oggi: ce l’ha spiegato anche la dottoressa Silvia Soligon, biologa nutrizionista.
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Rubrica a cura di Kevin Ben Alì Zinati
31 Gennaio 2021
In collaborazione con la Dott.ssa Silvia Soligon Biologa nutrizionista

Cavallette, formiche, cicale, larve, grilli. Insetti che di solito trovi in mezzo all’erba nascosti tra le foglie o liberi mentre svolazzano nell’aria. E se invece li ritrovassi nel piatto? Come cibo da mangiare, intendo. So cosa stai pensando e quindi ti fermo subito perché quello a base di insetti è il menù da cui, nel futuro, potresti scegliere il tuo pranzo o la cena.

In questa rubrica ti porto alla scoperta di tutta una serie di alimenti che, oggi, il tuo occhio non guarderebbe se fossi preso dalla fame e il tuo stomaco non agognerebbe se fosse vuoto. Non ancora, per lo meno.

Il primo passo di questo viaggio è la sospensione del giudizio. Prendi gli insetti. Elimina per un momento tutto ciò che finora hai letto, sentito e visto riguardo alle cavallette o ai grilli e prova a pensare che nelle cucine di molti paesi sono già parte integrante dell’alimentazione tradizionale. È forse una questione di tradizioni differenti? Vero. La nostra è una cucina diversa, abbiamo fatto della dieta Mediterranea un simbolo mondiale del mangiare buono e sano, perché mai quindi dovremmo mangiare degli insetti? Potresti pensarlo.

Il fatto che già alcuni paesi abbiano "sdoganato" gli insetti in tavola, però, potrebbe essere un primo, piccolo indizio che, forse, non è poi un’idea così stramba. Non basta, vero? Lo so, per questo abbiamo chiesto alla dottoressa Silvia Soligon, biologa nutrizionista, perché gli insetti potrebbe davvero diventare il cibo del futuro.

La dottoressa Soligon non ha ancora assaggiato un insetto ma è curiosa di farlo. Forse non inizierebbe con una larva, bensì da una cavalletta. Nella sua memoria rientra già tra le “cose” che si potrebbero mangiare. Ricorda un film americano, dove i protagonisti consumavano cavallette ricoperte di cioccolato. “Nelle alimentazioni di alcune culture, in particolare nel Sud-est asiatico, sono particolarmente diffusi, eppure già dagli anni ’80, nel mondo occidentale l’idea di mangiare insetti non era del tutto assente”.

Tra le varie ragioni a favore, una riguarda la sostenibilità. Gli insetti sarebbero un alimento totalmente naturale il cui utilizzo in cucina non prevederebbe nessun passaggio industriale o riprocessamento. “Pensiamo al seitan – è il paragone della dottoressa Soligon – Quello che si trova in commercio e che si mangia non è quello che si ritrova in natura: richiede un processo di lavorazione.

La stessa Food and Agricolture Organization, che fa parte delle Nazioni Unite, aveva individuato nel consumo di insetti una delle risposte alla scarsità di risorse alimentari e al problema delle emissioni di gas serra connesse alle attività degli allevamenti intensivi.

A livello normativo gli insetti sono dei “novel food”. Nuovi alimenti, cioè, che non hanno una significativa storia di consumo alimentare nell’Unione Europea e che per questo, prima di diventare d’impiego alimentare, hanno bisogno di un’autorizzazione che ne garantisca la sicurezza. In Italia non è stata ancora ammessa la commercializzazione di insetti e quindi, per vederli sulle tavole o nei ristoranti servirà la luce verde dell’Ue.

Eppure, secondo la dottoressa Soligon, quello con gli insetti in tavola non è un futuro impossibile: “Molto dipenderà anche da come verranno presentati. Bisogna trovare la comunicazione giusta, in grado di superare i pregiudizi e le barriere e portare ai cittadini il giusto messaggio, e ciò che gli insetti non sono l’unica soluzione quando non ci sarà più cibo. Dal punto di vista nutrizionale, sono alternative a ciò che consumiamo regolarmente oggi”.

Per la Fao gli insetti potrebbero rispondere alla scarsità di risorse alimentari e al problema delle emissioni di gas serra legate agli allevamenti intensivi

Probabilmente non lo sapevi, ma gli insetti sono delle ottime fonti di proteine. La biologa nutrizionista ha fatto l’esempio delle sue cavallette: “In 100 grammi ci sono dai 14 ai 18 grammi di proteine se parliamo di larve, nel caso di adulti se ne contano addirittura tra i 13 e i 28 grammi. Per 100 grammi di carne bovina, ci ha spiegato che il conto delle proteine oscilla tra i 19 e i 26 grammi. Interessante, vero?

Anche la tua alimentazione seguirà la “regola” di non eccedere con il consumo di grassi saturi, soprattutto quelli di origine animale: non esagerare quindi con la carne ma nemmeno con prodotti derivati come il latte, il formaggio, il burro. “Dovremmo stare sotto al 10% delle energie assunte quotidianamente sotto forma di grassi saturi”.

100 grammi di cavallette offrono un apporto proteico simile a quello di 100 grammi di carne

Dott.ssa Silvia Soligon, biologa nutrizionista

Ecco, pensa che gli insetti contengono importanti concentrazioni di lipidi sì, ma di grassi insaturi. “Sostituire il grasso saturo con uno insaturo è una buona scelta – ha spiegato la dottoressa Soligon – È lo stesso principio si consiglia di alternare la carne con il pesce, che è ricco di grassi buoni”. Ma non è finita. Perché anche la composizione aminoacidica delle loro proteine è di buona qualità: “Può aiutare a soddisfare i nostri bisogni in termini di aminoacidi”. 

Secondo la biologa nutrizionista, diversi studi avrebbero poi dimostrato che l’esoscheletro degli insetti, la parte esterna dunque, sarebbe formata anche da chitina: “Una sostanza che gli enzimi dei nostri succhi gastrici sono in grado di digerire. Anche la parte esterna di un insetto, quindi, potrebbe diventare utile al nostro fabbisogno energetico.

In fatto di carboidrati gli insetti non rappresentano una grande risorsa, lo sono invece se parliamo di micronutrienti: “Sono molto ricchi di vitamine, soprattutto quelle del gruppo B e in alcuni casi sono anche fonti di acido folico. In generale, poi, abbandono di ferro, magnesio, fosforo, selenio, zinco oltre a manganese e rame. Abbinandoli a una buona fonte di carboidrati potresti quindi avere un pasto completo.

Non ti ho ancora convinto? Ci sta. La dottoressa Soligon, sul perché considerare gli insetti come una valida alternativa alimentare, ci ha dato un ultimo spunto di riflessione: “Nelle sfide per il futuro si sente parlare spesso della necessità di trovare fonti di proteina alternative rispetto a quelle che utilizziamo oggi. Ecco allora che gli insetti potrebbero davvero diventare interessanti.

Sei pronto al futuro?

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Giornalista fin dalla prima volta che ho dovuto rispondere alla domanda “Cosa vuoi fare da grande”. Sulla carta, sono pubblicista dal altro…