È stata scoperta una nuova forma di Alzheimer: quali sono i 5 sottotipi di questa malattia e che differenze presentano

Un team di ricercatori olandesi scoprono cinque sottotipi distinti di malattia di Alzheimer in base alle caratteristiche molecolari e ai profili di rischio. Ciascun sottotipo presenta caratteristiche uniche, come iperplasticità, attivazione immunitaria innata, disregolazione dell’RNA, disfunzione del plesso coroideo e disfunzione della barriera ematoencefalica.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Valentina Rorato 25 Gennaio 2024
* ultima modifica il 25/01/2024

La malattia di Alzheimer è complessa e, ancora oggi, nonostante la ricerca stia facendo importanti passi avanti, non c‘è una cura. Grazie a un nuovo studio pubblicato su Nature è stato però aggiunto un importante tassello per la comprensione di questa patologia, che non è una sola, ma ne esistono ben cinque tipi ben distinti. E ciò potrebbe spiegare perché alcuni farmaci sembrano essere inefficaci contro questa condizione.

Le proteine ​​nel liquido cerebrospinale, presenti nel cervello e nella colonna vertebrale, sono state esaminate in più di 400 pazienti dagli scienziati dell'Alzheimer Center Amsterdam, dell'Università di Amsterdam e dell'Università di Maastricht nei Paesi Bassi. Differenze fondamentali sono state scoperte durante le analisi, separando quella che una volta era una singola condizione in cinque sottotipi distinti. Ciascuno di essi sembrerebbe avere una progressione clinica e un’aspettativa di vita diversa.

Ora gli scienziati sperano di riuscire a creare cure mirate, e quindi più efficaci. L'Alzheimer, una delle principali cause di demenza, è una malattia progressiva del cervello che priva lentamente i malati della memoria. Un accumulo di proteine ​​anomale provoca la morte delle cellule nervose. Anche le funzioni di queste cellule muoiono, privando le persone del loro orientamento e della capacità di pensare e ragionare.

I 5 sottotipi di alzheimer

Iperplasticità (sottotipo I)

Caratterizzato da un livello più elevato di crescita delle cellule cerebrali e dai livelli di proteina tau.  I trattamenti con anticorpi sono i più efficaci.

Attivazione immunitaria innata (sottotipo II)

La sua origine risale a un sistema immunitario iperattivo, con conseguente maggiore atrofia del cervello e livelli elevati di tau. Di conseguenza, i ricercatori hanno raccomandato gli immunosoppressori come il miglior trattamento possibile.

Disregolazione dell'RNA (sottotipo III)

Una delle scoperte più innovative di questa ricerca è emersa con il riconoscimento del sottotipo 3, che gli scienziati hanno attribuito alla disregolazione dell'RNA e ai problemi con la produzione di proteine ​​nel cervello. Hanno stabilito che un regime terapeutico che include farmaci prescritti per ripristinare le funzioni dell’RNA sarebbe stato il più efficace.

Disfunzione del plesso coroideo (sottotipo IV)

Deriva da un'interruzione dei vasi sanguigni del cervello e da una crescita più lenta delle cellule cerebrali, che porta alla peggiore atrofia di qualsiasi sottotipo.

Disfunzione della barriera ematoencefalica (sottotipo V)

Nasce da difetto nella barriera emato-encefalica che può portare a microsanguinamenti cerebrali e a un rallentamento della crescita delle cellule cerebrali. Si consiglia un trattamento che includa farmaci cerebrovascolari.

Fonte | "Cerebrospinal fluid proteomics in patients with Alzheimer’s disease reveals five molecular subtypes with distinct genetic risk profiles" pubblicato su Nature il 9 gennaio 2024

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.