Ecco perché è importante insegnare al tuo bambino come fare una chiamata di emergenza al 112

Fare una chiamata di emergenza non è sempre così facile. L’ansia e la preoccupazione possono giocare brutti scherzi e spesso per l’operatore che riceve la chiamata è difficile capire cosa sia successo e dove intervenire. E se la chiamata dovesse farla un bambino? Si può insegnare anche questo.
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Gaia Cortese 19 Agosto 2019
* ultima modifica il 26/07/2022
Con la collaborazione di Dott.ssa Grazia Duino Infermiera

Fin dai primi mesi di vita di un bambino, la sua mamma e il suo papà si fanno in quattro per insegnargli più cose possibili: a camminare, a manipolare la pasta modellabile, a giocare con le costruzioni, a mangiare con le posate, a lavarsi i denti. Quello a cui non si pensa quasi mai è insegnare a un bambino a fare una chiamata di emergenza. Certo non si pretende di insegnarglielo in tenera età, ma un bambino di cinque, sei anni sarebbe in grado di chiamare, per esempio, un'ambulanza? E tu saresti disposto a insegnarglielo?

Alla prima domanda è possibile rispondere: un bambino all'ultimo anno di scuola materna o alle elementari, è in grado di fare una chiamata per segnalare un'emergenza. Basta insegnarglielo.

Outsphera for Life è un centro di formazione che ha lo scopo diffondere nelle comunità la cultura del Primo Soccorso e delle pratiche di salvamento. Da diversi anni il centro di formazione è impegnato anche nelle scuole dove promuove il progetto indirizzato ai bambini "Pronti al Soccorso".

Chiamare l' 1.1.2.

Quello che viene insegnato come prima cosa, e che è importante che il bambino sappia fare, è comporre il numero corretto: 1.1.2. Il modo migliore perché il bambino lo assimili è farglielo imparare pronunciandolo numero per numero ("uno, uno, due") e non come siamo più abituati a chiamarlo, ossia "centododici". Questo perché un bambino piccolo avrà sicuramente minor difficoltà a ricordarselo cifra per cifra, e soprattutto perché un bambino della scuola materna ancora non ha la minima idea di cosa siano unità, decine e centinaia.

Comunicare il luogo dell'incidente

La seconda cosa da fare è comunicare il luogo in cui ci si trova e di cosa si ha bisogno. È importante che il tuo bambino conosca correttamente l'indirizzo di casa e ovviamente anche il cognome che compare sul citofono o l'indirizzo del luogo in cui si trova o eventualmente alcuni riferimenti utili per essere raggiunto facilmente.

Comunicare con l'operatore

Quello che poi deve fare il bambino è comunicare con l'operatore della Centrale. Bisogna insegnargli prima di tutto a mantenere la calma, a parlare lentamente e ad alta voce e a rispondere a tutte le domande dell’operatore: come sta la persona in difficoltà? È pallido in volto? È cosciente? Respira?

Tenere il telefono libero

Alla fine della chiamata, l'operatore chiederà al bambino di tenere il telefono libero, per poter ricevere un'eventuale chiamata da parte della Centrale.

Il parere dell'esperto

In occasione di un corso tenuto da Outsphera for Life, abbiamo incontrato Grazia Duino, infermiera di professione e istruttrice del centro di formazione: "Al contrario di quello che si potrebbe credere, i bambini sono terreno fertile per questo tipo di nozioni. L’idea di poter essere utili in caso di necessità li affascina e li rende fieri di quello che stanno imparando. Esistono diverse associazioni sul territorio che promuovono progetti simili da molti anni. La mission di Outsphera for Life è quella di promuovere la cultura del soccorso e di ridurre le morti evitabili, iniziando a far cultura fin dalla scuola dell’infanzia. Sembra poi che il progetto “Primo Soccorso a Scuola" presentato già a Novembre 2017 dal MIUR sia stato ripreso in considerazione nei programmi politici del Movimento 5 Stelle. Ci auguriamo che sia effettivamente così".

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.