Eleonora Evi (Europa Verde) dopo l’ok a gas e nucleare come fonti sostenibili: “Un colpo mortale al Green Deal che rallenterà la transizione ecologica”

Amarezza e delusione per l’eurodeputata e co-portavoce nazionale di Europa Verde Eleonora Evi dopo il verdetto della plenaria di Strasburgo. Il Parlamento europeo ha dato il via libera all’etichetta green per nucleare e gas mettendo a rischio, dice Evi, il futuro sostenibile dell’Europa.
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Kevin Ben Alì Zinati 6 Luglio 2022

“È stato appena sferrato un colpo mortale al Green Deal. Sono affranta e delusa”. 

Anzi. Dopo il voto con cui il parlamento europeo ha bocciato la proposta di rigettare l’atto delegato della Tassonomia per la finanza sostenibile, l’eurodeputata e co-portavoce nazionale di Europa Verde Eleonora Evi è “preoccupata. Andando ad indicare alla finanza privata e pubblica cosa è un investimento verde si orienta la spesa e ho paura che questo sia un grande passo indietro capace di rallentare la transizione ecologica”.

Eleonora Evi, Eurodeputata e co–portavoce di Europa Verde

Servivano 353 europarlamentari favorevoli, quindi la maggioranza assoluta per approvare la risoluzione di rigetto e invece la votazione alla plenaria tenutasi oggi a Strasburgo ha dato esito opposto, con 328 eurodeputati contrari e «solo» 278 favorevoli (e 33 astenuti).

Una cinquantina di voti, insomma, hanno deciso che gas e nucleare da ora rientreranno tra le fonti sostenibili e, a determinati criteri, meritevoli di investimenti.

“Ancora una volta il Parlamento si è spaccato e ha visto, di fatto, una maggioranza di destra, estrema destra e conservatori uniti per frenare la transizione ecologica. È gravissimo – ha continuato l’eurodeputata Evi – che abbiano vinto le pressioni lobbistiche delle tante aziende anche e soprattutto russe che hanno fatto pressione per avere questo tipo di atto delegato”. 

Ho paura che questo sia un grande passo indietro capace di rallentare la transizione ecologica

Eleonora Evi, co-portavoce nazionale Europa Verde

Il quadro cui si riferisce la portavoce dei Verdi è stato dipinto un uno studio che, come ci aveva raccontato, avrebbe messo in mostra come queste aziende russe di gas e nucleare sarebbero pronte a trarre guadagni miliardari dall’incisione delle due fonti energetiche nella tassonomia verde. “Di fatto, ci stiamo legando ancora a una dipendenza di gas fossile che invece avremmo dovuto faticosamente abbandonare”. 

La luce verde – in tutti i sensi – alla tassonomia non corrisponde automaticamente a un via libera automatico alla costruzione di nuove centrali nucleari  a impianti di gas. Anche se fosse stato bocciato qualunque Stato membro avrebbe potuto costruire una struttura propria.

L’atto delegato è semmai un’indicazione per gli investitori. Un’etichetta che sancisce che “questi tipi di investimenti, a determinate condizioni, sono verdi. Una garanzia che, purtroppo, faciliterà la possibilità di trovare maggiori investitori e finanziatori”.

A scaldare ancora di più l’eurodeputata di Europa Verde sono stati i voti contrari alla bocciatura dell’atto delegato, e quindi favorevoli al gas e al nucleare «verdi» arrivati da altri politici ed eurodeputati italiani: “In Italia oggi non abbiamo impianti nucleari e anche volendone costruire ci vorrebbero 10-15 anni per arrivare al loro pieno funzionamento. Avviare opere di questo tipo significherebbe dirottare le risorse economiche che dovrebbero andare invece alle rinnovabili e all’efficienza energetica. A differenza della Francia, che ha impianti vecchi e vestisti da ammodernare: sarà lei la vera beneficiaria di questa tassonomia”.

Per quanto riguarda il gas, le cose andrebbero anche peggio dal momento che le ultime analisi citate da Evi dimostrerebbero che il 40% dei nostri impianti non sarà eleggibile per accedere a investimenti verdi per via dei criteri decisi. In Germania, invece, lo sarà il 100% dei loro impianti. È ovvio che abbiamo votato qualcosa di penalizzante per gli italiani.

Con questa obiezione il Parlamento europeo avrebbe potuto bocciare l’atto delegato complementare e dunque fermare l’iter. Con il voto opposto ora l’atto verrà adottato e farà parte di tutti i criteri che definiscono gli investimenti verdi a livello europeo.

Abbiamo votato qualcosa di penalizzante per gli italiani

Eleonora Evi, co-portavoce nazionale Europa Verde

Capitolo chiuso? Sì, o quasi. “C’è un ultimissimo tentativo – ha concluso Eleonora Evi – Paesi membri come Lussemburgo e Austria hanno ribadito che porteranno questa decisione in Corte di Giustizia. Ci vorrà del tempo ma in un futuro potremmo eventualmente bloccare questa cosa, seppur per vie giudiziarie e non politiche. La politica ha fallito”.