Endometriosi: una nuova tecnica potrebbe usare l’ablazione per rimuovere le lesioni

Potrebbe essere la premessa per un intervento meno invasivo e più efficace, che aiuti a frenare un problema di cui soffrono almeno 3 milioni di donne in Italia. L’endometriosi è infatti un’infiammazione cronica e molto dolorosa, che aumenta anche il rischio di non poter avere figli.
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Giulia Dallagiovanna 20 Aprile 2020
* ultima modifica il 22/09/2020

L'endometriosi è una malattia molto dolorosa e cronica. Colpisce le donne tra i 25 e i 35 anni e in Italia sono almeno 3 milioni quelle che ne soffrono. In poche parole, le cellule che compongono l'endometrio, un tessuto  che riveste il tuo utero, fuoriescono e si depositano su altri tessuti, come le ovaie, e provocano delle lesioni. Per un problema che rischia anche di condurre alla sterilità non esiste una cura, ma solo un intervento chirurgico che ogni tanto deve essere ripetuto. Alcuni ricercatori dell'Università dell'Oregon potrebbero aver individuato un nuovo modo per rimuovere questi accumuli. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Small.

Il problema principale per la riuscita dell'operazione è infatti trovare e togliere tutte le particelle endometriali. Insomma, assicurarsi che dopo il passaggio del chirurgo, l'intera zona sia stata ripulita per bene. Per facilitare questa procedura, il team di ricerca ha pensato di ricorrere a nano-particelle, delle dimensioni inferiori a 100 nanometri, alle quali hanno aggiunto del colorante che generava un segnale di fluorescenza.

Una volta liberate nella zona, avrebbero fatto tutto da sole. Si sarebbero cioè infilate nelle lesioni e grazie all'ablazione fototermica, ovvero una piccola bruciatura resa possibile dai laser a infrarossi, avrebbero eliminato tutto il tessuto indesiderato.

Il condizionale è d'obbligo perché per ora il metodo è stato testato solo su animali. Eppure ha dato buoni risultato dopo solo 24 ore dalla somministrazione. E sembra che nel giro di un paio di giorni sia in grado di pulire per bene tutta l'area del basso ventre.

Un intervento meno invasivo dunque e forse anche più efficace rispetto a quello tradizionale. Sarebbe davvero un'ottima svolta per tutte le donne che ogni mese sono in preda a dolori così forti che possono essere calmati solo da antidolorifici. Una condizione più debilitante di quello che si pensa.

Fonte| "Nanoparticle‐Based Platform for Activatable Fluorescence Imaging and Photothermal Ablation of Endometriosis" pubblicato su Small il 6 aprile 2020

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