Esperimenti e ricerche su medicina e nutrizione: Samantha Cristoforetti studierà la salute dell’uomo anche dallo spazio

Dallo stress ossidativo all’alimentazione fino allo sviluppo delle cellule ovariche: l’astronauta italiana, nei laboratori della Stazione Spaziale Internazionale, porterà avanti diversi progetti di ricerca per studiare la salute umana nell’ambiente spaziale anche. Le sue analisi e i suoi risultati, però, nei prossimi anni apriranno nuovi importanti scenari anche per la vita sulla Terra.
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Kevin Ben Alì Zinati 28 Aprile 2022
* ultima modifica il 28/04/2022

Le prossime avanguardistiche ricerche mediche e nutrizionali? No, non si svolgeranno tra le fredde mura di un’università o nei meandri di un centro di ricerca.

Analisi ed esperimenti avverranno letteralmente sopra la tua testa, nel laboratorio della Stazione Spaziale Internazionale in orbita a più di 400 chilometri dalla Terra. E a compiere le misurazioni e trascrivere i risultati sarà Samantha Cristoforetti.

L’astronauta Samantha Cristoforetti è la prima donna europea al suo secondo volo nello spazio.

L’astronauta italiana nella giornata di mercoledì 27 aprile è partita da Cape Canaveral, in Florida, Usa, a bordo della missione CREW-4 di Nasa e SpaceX e venerdì intorno alle 2 del mattino (ora italiana) attraccherà all’Iss dando così inizio alla Missione Minerva.

AstroSamantha resterà nello spazio per circa cinque mesi e mezzo durante i quali, tra le altre cose, porterà avanti decine di indagini e ricerche scientifiche di primaria importanza.

L’obiettivo è studiare la salute umana nell’ambiente spaziale ma come puoi intuire le sue analisi, nei prossimi anni, apriranno nuovi importanti scenari anche per chi, come noi, resterà con i piedi ben saldi sulla Terra.

Con il progetto Antioxidant Protection, Samantha studierà, per esempio, le conseguenze dello stress ossidativo nello spazio. Cercherà di capire, insomma, cosa succede alle cellule dell’organismo di un astronauta quando al loro interno si accumulano eccessive quantità di radicali liberi. Questi prodotti di scarto, infatti, sono alla base di molti effetti deleteri cui va incontro chi vola nello spazio.

I suoi risultati saranno fondamentali per provare a sviluppare strumenti terapeutici più efficaci e in grado di proteggere il sistema nervoso centrale che sia sulla Terra che nello spazio è tra i target “preferiti” dello stress ossidativo.

Giorni o settimane in assenza di gravità possono risultare dannosi anche per la funzionalità delle cellule ovariche e, di conseguenza, per lo sviluppo fisiologico degli esseri viventi.

AstroSamantha, con il progetto Ovospace, indagherà quindi il ruolo della microgravità sullo sviluppo delle cellule ovariche: problemi non più fantascientifici visto che da anni parliamo sempre più insistentemente di programmi di insediamento umano lontano dalla Terra o di missioni di lunga durata nello spazio profondo.

Dal momento che “colonie” umane su altri pianeti non sono più solo fantasie, così come i lunghi viaggi spaziali alla ricerca dei misteri del cosmo, tra le missioni cui lavorerà Samantha Cristoforetti ci sarà lo studio di un'alimentazione “spaziale” equilibrata.

L’astronauta italiana si concentrerà sugli effetti dell’ambiente spaziale sulle caratteristiche fisico-chimiche, nutrizionali e microbiologiche degli alimenti. In particolare, studierà il comportamento dell’olio extra vergine di oliva in risposta alla microgravità e alle radiazioni.

Tra le stelle ci sarà tanta Italia anche perché Samantha porterà avanti altri “nostri” progetti. Come l’Esa Suture in Space, pensato dall’Università di Firenze per analizzare il processo di guarigione delle ferite in microgravità. Forse non lo sapevi ma già la sola preparazione ha permesso di sviluppare una nuova tecnica per allungare la sopravvivenza dei tessuti espiantati.

Altri progetti italiani attivi sulla Iss già dal 2019 (e già utilizzati dall’altro astronauta italiano Luca Parmitano  durante la missione Esa Beyond) sono l’Acoustic Diagnostics, ideato per valutare come la microgravità e il rumore sulla stazione spaziale internazionale possano diventare fattori di rischio per l’udito degli astronauti e il progetto Nutriss.

Allestita dall’Università di Trieste, la missione ha l’obiettivo di monitorare il metabolismo muscolare degli astronauti sottoposti alla microgravità e adottare eventuali speciali accorgimenti per contrastare la perdita di massa magra attraverso il controllo dell’alimentazione.

Come fu per la Luna, anche la corsa alle stelle si prepara ad aprire le porte del futuro: per le missioni spaziali e per la Terra stessa.

Fonte | ASI

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