Forse esiste un modo per rigenerare i polmoni inadatti al trapianto e recuperarne le funzioni

La tecnica non ti farà impazzire, dal momento che si tratta di collegare gli organi al circolo sanguigno di un maiale per 24 ore, secondo quella che si chiama circolazione crociata. Ma i risultati potrebbero essere davvero importanti e, soprattutto, queste operazioni potrebbero venire eseguite più di frequente.
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Giulia Dallagiovanna 15 Luglio 2020
* ultima modifica il 23/09/2020

Un trapianto di polmoni salva una vita, ma per farlo è necessario che vi sia un donatore e che i suoi organi siano adatti. Nonostante le buone intenzioni, infatti, non è detto che tutte le parti di corpo provenienti da chi, purtroppo, non è sopravvissuto, siano in condizioni perfette per poter essere impiantate in un'altra persona. Per la precisione, solo il 20% dei polmoni supera tutti i test, due su 10 insomma. Secondo un articolo pubblicato su Nature Medicine, però, questa percentuale potrebbe addirittura raddoppiare se gli organi inutilizzabili venissero rigenerati, collegandoli a maiali. L'immagine non ti farà impazzire, ma proviamo a capire meglio tutti i vantaggi.

L'idea viene dalla Vanderbilt University di Nashville, nel Tennessee, ed è il risultato di una sperimentazione effettuata su cinque polmoni umani. Gli organi sono stati collegati al circolo sanguigno di un suino per 24 ore per favorire il recupero sia delle funzioni che dell'anatomia. Insomma, perché tornassero ad essere adatti all'utilizzo da parte di qualcun altro. La tecnica si chiama circolazione crociata e prevede che agli animali vengano somministrati farmaci antirigetto, affinché non scatenino il proprio sistema immunitario contro gli ospiti.

Bisogna ancora verificare con precisione che nessuna cellula dei maiali rimanga all'interno dei polmoni umani, o potrebbero rivelarsi particelle molto pericolose una volta terminato il trapianto. Ma se questa procedura funzionasse, potrebbe aumentare il numero di organi disponibili fino al 40 o anche il 50%, per curare persone affette da gravi patologie e migliorare aspettative e qualità della vita. Insomma, un tema di cui forse si parla poco e che invece esiste ed è ben conosciuto da chi lavora a stretto contatto con i pazienti.

Questa tecnica potrebbe raddoppiare il numero di polmoni disponibili per un trapianto

Non solo. Una volta che la tecnica diventasse consolidata, si potrebbe tentare lo stesso percorso anche con altre parti del corpo, come il cuore o il fegato. Sempre più possibilità dunque per chi, senza questa operazione, rischierebbe di morire.

Fonte| "How to use a live pig to revitalize a human lung", pubblicato su Nature Medicine il 13 luglio 2020

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