Frasi motivazionali al posto dei numeri, un maestro di Palermo rivoluziona i voti. La psicologa:”un approccio efficace”

Un insegnante di scuola elementare di Palermo ha iniziato a sostituire i classici voti numerici con frasi empatiche e con suggerimenti ispirazionali. Secondo la psicologa si tratta di una rivoluzione della didattica che migliorerà il nostro impatto psicologico alle emozioni negative.
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Evelyn Novello 22 Gennaio 2024
In collaborazione con Dott.ssa Ilaria Bruschi Psicologa e psicoterapeuta

Stop ai numeri, sì a consigli e frasi dolci ed emozionali. Per Gabriele Camelo, docente di italiano e inglese all’istituto comprensivo "Rita Borsellino" di Palermo, i voti come li hai sempre conosciuti sono un modello ormai superato. Ciò che ricevono i bambini della sua classe sono feedback come "il tuo quaderno è bellissimo", "sono orgoglioso di te" o "posso aiutarti a impegnarti di più?".

Se ci pensi, quante volte da piccolo ci sei rimasto male per un brutto voto? Quante volte ci sono stati conflitti in classe per questo motivo? Identificarsi nei voti che si ricevono non è così raro, da piccoli siamo molto sensibili ai giudizi quindi, se dobbiamo imparare a migliorare, meglio farlo con un metodo che non svilisce, ma, anzi, valorizza lo studente. "Credere delle frasi motivazionali, credo possa solo essere un arricchimento e un modo per conoscere meglio questi bambini, le loro aspirazioni, emozioni, i loro stati d’animo" ha scritto Camelo in un post social.

"È una rivoluzione della didattica già avvenuta in Paesi come Finlandia e Corea del Sud – conferma la dott.ssa Ilaria Bruschi, psicologa e psicoterapeuta. –  Il fatto di spostarsi dai numeri alla valorizzazione e al potenziamento ha un'efficacia incredibile perché veniamo da un sistema per cui, purtroppo, il voto equivale all'identità. Ricevere un 3, ad esempio, equivale a sentirsi un 3. Usare il codice numerico per valutare l'efficacia di un compito ha degli effetti negativi sull'autostima e alimenta i conflitti all'interno della classe. Può portare a episodi di bullismo e di svalorizzazione".

L'idea applicata da Gabriele Camelo è, dunque, rivoluzionaria e può dare inizio a un cambiamento del sistema scolastico anche nel nostro Paese. "Ciò che sta accadendo all'estero è un ritorno all'origine della parola "paidéia", dal greco "educare", educare ai valori e alla virtù – continua Bruschi. – Usare un sistema di valorizzazione non significa dimenticare la necessità di dare un feedback del lavoro svolto ma vuol dire rendersi consapevoli che i voti numerici possono inficiare la capacità di reagire alle emozioni negative".

L'autostima poggia le proprie basi anche sulle esperienze scolastiche e sul giudizio altrui, degli insegnanti ma anche dei propri coetanei. "La percezione del valore di sé si sviluppa a partire dal ricevere voti e dal confronto con quelli degli altri – conclude Bruschi. – Questo è un sistema che va migliorato, è un punto focale che cambierà l'impatto psicologico del come noi viviamo le nostre capacità e del come viviamo le relazioni con gli altri".