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Giornata del benessere sessuale: sifilide e altre malattie veneree di cui non si parla (ma che circolano ancora in Italia)

Sifilide, ma anche clamidia e gonorrea, sono le malattie a trasmissione sessuale più presenti nel mondo e in Italia. Le diagnosi sono praticamente giornaliere e, se non riconosciute subito, possono portare a danni anche gravi. Il consiglio dell’urologo è di sottoporsi a test specifici almeno una volta all’anno se si hanno rapporto occasionali, anche se protetti.
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Evelyn Novello 4 Settembre 2023
* ultima modifica il 04/09/2023
Intervista a Dott. Fabio Leva Specialista in urologia della clinica Santagostino

Si parla di HIV, di Papilloma virus. Si cita l'esistenza di malattie a trasmissione sessuale ma tutto sommato crediamo di esserne immuni perché la loro diffusione si è ridotta e la medicina ha fatto passi da gigante. Ecco, questo non è del tutto vero. Le malattie veneree esistono in Italia e le diagnosi sono tutt'altro che rare, anzi, quotidiane. Clamidia e gonorrea sono in cima alla classifica, a livello internazionale ma anche nel nostro Paese, e, con 6,3 milioni di casi all’anno in tutto il mondo, la sifilide, è la terza infezione sessualmente trasmissibile per diffusione. Abbiamo voluto saperne di più e, come ci conferma il dott. Fabio Leva, specialista in urologia della clinica Santagostino, si tratta di batteri che con il tempo si sono adattati per continuare a sopravvivere e, per questo, rimangono altamente infettivi. Le cure antibiotiche ci sono e si sono rivelate altamente efficaci, l'unico scoglio da superare rimane la difficoltà nel riconoscimento della malattia, anche da parte dei medici stessi e dei farmacisti, poco formati nelle malattie sessualmente trasmissibili. Vediamo, allora, in occasione della Giornata del benessere sessuale, cosa ci consiglia l'esperto per continuare a vivere la nostra sessualità ma in sicurezza.

La sifilide più diffusa di quanto si crede

La sifilide rimane ampiamente posizionata in Italia, ciò significa che non è improbabile rimanerne infettati. Ma se pensi che possa essere contagiosa solo in caso di rapporti non protetti ti sbagli, può accadere anche con il petting. Con questo puoi capire, quindi, la semplicità della continua circolazione della malattia. Come abbiamo detto, la sifilide è un'infezione che registra nel mondo 6 milioni di casi all’anno, e, secondo il rapporto annuale ECDC (European Centre for Disease Prevention and Control), colpisce 9 volte di più gli uomini rispetto alle donne, con un picco nella fascia d’età tra i 25 e i 34 anni, e nel 74% per cento dei casi si tratta di uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini. Nei 28 paesi partecipanti al monitoraggio (in Europa e Stati Uniti) i casi sono costantemente cresciuti tra il 2010 e il 2019, a parte un plateau nel 2017 e 2018. Ma, allora, perché non se parla più?

Come ci ha spiegato il dott. Leva, ci sembra scomparsa per due ragioni principali: "Nei secoli l'infezione ha avuto un calo di gravità. La sifilide, rispetto a un tempo, ha minor aggressività e incidenza. Come tutti i batteri, per continuare a vivere, cerca di passare sottotono (se sono troppo visibili e aggressivi, l'uomo o perde in poco tempo la vita o se ne accorge e cerca di debellarlo dal proprio corpo). Tutte le forme di vita si adattano all’ambiente in modo di danneggiarlo il meno possibile. Dall'altra parte gli antibiotici hanno fatto il resto, hanno migliorato e ridotto il decorso della malattia. E come accade anche per l’ HIV, da quando i farmaci lo possono tenere facilmente sotto controllo, c'è sempre minor attenzione. E questo causa una ripresa dei contagi".

Attento a questi sintomi

Ma come fare ad accorgersi dell'infezione? La sifilide dà sintomi variegati ma i primi sono di solito visibili sulla zona di contatto: una lesione tondeggiante nerastra, il sifiloma, molto preoccupante nell’aspetto e che dura almeno due settimane, di solito. "Questa ulcera non provoca dolore ma, per fortuna, per l'aspetto fa preoccupare e la persona tende a rivolgersi subito al medico – precisa l'urologo. – Il problema è che, se sul pene è facilmente visibile, a livello anale o vaginale è probabile che non si veda subito, risulta più nascosta e questo porta le donne e gli omosessuali passivi a non accorgersi dell'infezione. Come in caso di rapporti orali, l'ulcera si può scambiare per un'afta. In questo modo la patologia prosegue il suo decorso".

sifilide in italia

Clamidia e gonorrea

Se la sifilide è la terza malattia venerea per diffusione, clamidia e gonorrea sono uretriti molto più frequenti. "Ne vedo anche tre o quattro alla settimana, praticamente una ogni due giorni – precisa l'esperto. – Sono patologie diffusissime e abbastanza simili come decorso all'inizio. Sono le classiche infezioni che si prendono perché l’altra persona dice di aver fatto i test ma queste malattie sfuggono ai test classici e sono visibili solo grazie a sintomi locali, come la sifilide. Clamidia e gonorrea si manifestano con bruciore e perdita di liquidi bianchi dall’utreta nell'uomo e con una vaginite fastidiosa nella donna". Anche in questi casi, quindi, soprattutto la donna può non accorgersi della presenza dell'infezione, scambiandola per una banale cistite, in particolare la clamidia, che riesce a nascondersi molto bene. I danni a lungo termine però, possono essere molto gravi. Se nell’uomo può avvenire l'occlusione completa dell’uretra, nelle donne può compromettere la fertilità.

Sessualità in sicurezza

Avrai capito che stiamo parlando di malattie non solo ancora presenti ma anche molto facili da prendere. Ma come proteggersi? Il preservativo è sicuramente una barriera che ne limita la trasmissione ma non dà la garanzia completa. "Basta il contatto tra i liquidi delle mucose – spiega Leva – in situazioni di promiscuità il batterio si trasmette subito. Il mio consiglio, se si hanno rapporti occasionali, è quello di sottoporsi almeno una volta all'anno a test specifici per queste tre malattie. E poi, al minimo segnale, andare da uno specialista, quindi urologo e ginecologo, perché spesso i medici di base non le sanno riconoscere".

L'informazione è ormai alla portata di tutti ma, in particolare le professioni medico-sanitarie, non possono non essere formate su malattie così presenti sul nostro territorio. I miglioramenti sono evidenti rispetto a tempo fa ma bisogna fare di più perché le cure esistono, manca solo l'attenzione nel riconoscimento precoce dei sintomi.

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