Gli antibiotici potrebbero davvero annullare l’efficacia della pillola, lo dice un nuovo studio

Il dubbio circolava fin dagli anni ’70 ma mancavano studi su larga scala che indagassero l’effettiva interazione fra le terapie antibiotiche e i contraccettivi orali. Una ricerca dell’Università di Birmingham, tuttavia, ha analizzato i dati del sistema Yellow Cards sugli effetti indesiderati dei farmaci e avrebbe confermato che specialmente i composti ad ampio spettro potrebbero annullare l’azione della pillola.
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Kevin Ben Alì Zinati 25 Settembre 2020
* ultima modifica il 25/09/2020

Che il rischio fosse reale forse lo sapevi già. Ora però uno studio dell’Università di Birmingham sembrerebbe confermare che gli antibiotici potrebbero effettivamente contrastare l’efficacia di contraccettivi orali come la pillola aumentando così le possibilità di una gravidanza indesiderata. Per questo, dalle colonne della rivista scientifica BMJ Evidence Based Medicine, gli autori suggeriscono alle donne che utilizzano questo metodo contraccettivo di alzare la guardia e dotarsi di altre precauzioni se il rapporto coincidesse con l’assunzione di una terapia antibiotica, soprattutto se a base di farmaci ad ampio spettro.

L’analisi su larga scala

Fin dagli anni ’70 persisteva il dubbio che gli antibiotici potessero in qualche modo interferire con i metodi contraccettivi orali ma finora mancavano studi su larga scala che studiassero questa interazione. Ci ha pensato un gruppo di ricercatori dell’Università di Birmingham che ha confrontato la frequenza di gravidanze indesiderate in donne che usavano la pillola e che erano sotto terapia antibiotica con la frequenza di gravidanze indesiderate tra le donne che, invece, avevano utilizzato altri farmaci oltre alla pillola. I ricercatori si sono affidati ai cosiddetti “Yellow Cards”: si tratta di un sistema con cui i medici allertano per segnalare sospetti effetti avversi di farmaci.

Così i ricercatori hanno preso in esame più di 70mila Yellow Cards legati alle controindicazioni degli antibiotici e oltre 65mila per altri tipi di farmaci. Dai risultati è emerso che le gravidanze indesiderate legate a farmaci “generici” erano 9 su 100mila individui mentre quelle riportati nei documenti sugli effetti sospetti degli antibiotici erano 46, pari a 62 casi su 100mila. Il rischio, dunque, sarebbe reale anche se, spiegano i ricercatori, bisognerà comunque tenere conto dei tempi di somministrazione dell'antibiotico in rapporto al ciclo mestruale e anche della risposta di ogni donna a una dose fissa di ormoni contraccettivi combinati.

Fonte | "Analysis of reports of unintended pregnancies associated with the combined use of non-enzyme-inducing antibiotics and hormonal contraceptives" pubblicata il 18 agosto 2020 sulla rivista BMJ Evidence Based Medicine

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