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Gli orsi “problematici” non vanno uccisi: la sentenza del Tar di Trento che annulla le linee guida provinciali

In seguito al ricorso di WWF Italia, il Tar di Trento ha ritenuto illegittime le linee guida approvate dalla Giunta provinciale nel giugno 2021, che prevedevano l’abbattimento degli orsi coinvolti anche in un solo episodio di aggressione nei confronti delle persone, poiché ritenuti problematici. Come previsto dal piano d’azione già valido in precedenza, l’uccisione sarà riservata solo ai casi più critici e dovrà essere autorizzata dall’ISPRA.
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Alessandro Bai 1 Ottobre 2021

La scusa dell'orso problematico non basterà più a giustificare l'uccisione automatica di questo animale in Trentino. Lo ha stabilito il Tar di Trento, che con una sentenza ha annullato le linee guida provinciali per la gestione degli orsi, frutto di una delibera della Giunta provinciale del giugno 2021, che prevedevano la possibilità di scavalcare le norme italiane ed europee abbattendo quegli orsi coinvolti in aggressioni alle persone.

In altre parole, sarebbe stato sufficiente un contatto fisico tra l'animale e la persona per rendere legittimo l'abbattimento immediato di un orso, un metodo che fortunatamente ha avuto vita breve e che è stato ritenuto evidentemente illegittimo dal Tar, che ha deciso in seguito al ricorso di WWF Italia.

Il documento contenente le linee guida sulla gestione degli orsi, approvato in estate su proposta del Presidente della Provincia di Trento Massimo Fugatti, vede quindi annullati i due paragrafi più controversi, quelli che consentivano l'abbattimento dell'animale "con massima urgenza" anche in seguito ad un solo episodio di aggressione. La sentenza del Tar di Trento, infatti, ha stabilito che, in questi casi, le autorità provinciali dovranno continuare a seguire le misure previste dal Piano d’azione interregionale per la conservazione dell’Orso bruno sulle Alpi centro-orientali (o PACOBACE), che suggerisce azioni graduali, a partire dalla prevenzione, riservando l'uccisione soltanto per i casi più critici nei quali gli interventi precedenti sono risultati inutili e dopo un'autorizzazione da parte dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA).

La decisione è stata commentata da Massimo Vitturi, responsabile LAV Animali Selvatici: "Siamo molto felici di questo risultato ottenuto dal WWF, che spiana la strada anche al nostro ricorso con il quale abbiamo contestato anche la grave mancanza dei metodi di prevenzione ai possibili incidenti".

È proprio dalla prevenzione, infatti, che passa l'opportunità di iniziare un percorso che possa portare ad una convivenza civile tra uomo e orso, un obiettivo necessario per un territorio nel quale anche gli animali devono potersi sentire a casa.