Hai un figlio piccolo? Fai attenzione che non ingerisca una pila a bottone. La dott.ssa Piccotti: “Se succede, serve agire per tempo. Anche in caso di dubbio”

Nelle settimane sotto le festività natalizie ben quattro bambini sono arrivati al Pronto Soccorso del Gaslini di Genova per aver ingerito una pila al litio a forma di bottone. L’Istituto ha così voluto lanciare un messaggio per aumentare la prevenzione. I punti chiave? Non sottovalutare il rischio e nemmeno il dubbio che un bambino possa averla ingoiata e agire per tempo.
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Kevin Ben Alì Zinati 26 Gennaio 2021
* ultima modifica il 26/01/2021
In collaborazione con la Dott.ssa Emanuela Piccotti Direttore del Pronto Soccorso dell'istituto Giannina Gaslini di Genova

Sono piccole, alcune hanno la forma di un cilindro più o meno grosso mentre altre sembrano delle monete e grazie agli ioni del metallo che contengono, sono il cuore pulsante di molti oggetti che probabilmente popolano anche casa tua: giocattoli, telecomandi, sveglie. Piccole e vitali, eppure pericolose. È il destino in cui possono incorrere le pile al litio a forma di bottone se dovessero finire nelle mani di un bambino. Ce l’ha confermato la dottoressa Emanuela Piccotti, direttore del Pronto Soccorso dell’Istituto Gaslini di Genova. Nel periodo delle scorse festività natalizie, tra le corsie dell'ospedale ligure sono arrivati ben quattro bambini che avevano ingerito pile a bottone.

Un pericolo reale

Il Gaslini non è nuovo ai pericoli che si nascondono dietro una semplice pila al litio a forma di bottone. Già in passato, poco meno di dieci anni fa, l’Istituto aveva lanciato i primi allarmi e le attività di prevenzione.

La necessità di ritornare a battere sul tema si è fatta nuovamente urgente perché lo scorso Natale è stato alquanto agitato per i medici del Gaslini. Al suo Pronto Soccorso, nel giro di pochi giorni, sono giunti quattro casi di ingestione di pila a bottone e in uno di questi si era anche verificata un’emorragia digestiva, fortunatamente senza complicanze.

Sto parlando di pile di piccole dimensioni, che vengono utilizzate per il funzionamento di alcuni giocattoli per bambini o di telecomandi e apparecchi che quotidianamente vengono utilizzati in casa dagli adulti. “Se lasciati incustoditi, questi oggetti possono diventare facili «prede» dei bambini con una minima autonomia motoria” ha spiegato la dottoressa Piccotti, secondo cui può succedere che “le pile fuoriescano o vengano accidentalmente estratte dal dispositivo. Il bambino potrebbe raccoglierle da terra e metterle poi in bocca visto che, come sappiamo, questa è la sua modalità per conoscere ed esplorare l’ambiente”.

Se dovesse succedere, i pericoli sono reali. “Se ingerita, la pila potrebbe rimanere nelle vie digestive e nel caso venisse ritenuta a livello dell’esofago in una delle curvature fisiologiche, potrebbe incarcerarsi nella mucosa dando luogo a profonde lesioni ha chiarito il direttore del Pronto Soccorso, aggiungendo che “in taluni casi, può realizzarsi un tragitto fistoloso fino al coinvolgimento della parete di un grosso vaso”.

Raccoglierle oggetti da terra e metterli in bocca è il modo dei bimbi per esplorare l’ambiente

Dott.ssa Emanuela Piccotti, direttore Pronto Soccorso Istituto Gaslini di Genova

Associare l’ingestione di una pila al litio con il concetto di rischio di esiti fatali, purtroppo, non è esagerato. Può succedere ed è successo.

Il “fattore tempo” 

Secondo la dottoressa Piccotti, l’ingestione di una pila a bottone è una “condizione tempo-dipendente”. Se tuo figlio dovesse ingoiare una pila a bottone, i sintomi che segnalano la presa di un corpo estraneo nel suo organismo potrebbero non presentarsi nell’immediato ma "potrebbero apparire anche già dopo poche ore. Sto parlando di “sintomi aspecifici come per esempio inappetenza, tosse, dolore toracico fino poi a episodi di vero e proprio sanguinamento delle vie digestive”.

Se invece dovessi accorgerti che il tuo bambino ha probabilmente o certamente ingerito una pila a bottone, devi contattare subito i servizi per l’urgenza oppure, se possibile, accompagnarlo in autonomia in pronto soccorso. Intervenire per tempo è decisivo.

Nei 4 casi avvenuti sotto le festività natalizie, la risposta dei genitori è avvenuta in tempi diversi e, quindi, con prognosi potenzialmente molto diverse. Una coppia, per esempio, aveva portato la propria bimba in un Ps della Regione solo qualche giorno dopo l’ingestione, quando hanno notato la pila nelle feci nere della bimba, segno di un sanguinamento digestivo alto.

I primi sintomi, aspecifici, potrebbero apparire anche già dopo poche ore

Dott.ssa Emanuela Piccotti, direttore Pronto Soccorso Istituto Gaslini di Genova

Per fronteggiare i rischi connessi al correre delle lancette, l’Istituto Gaslini ha predisposto un protocollo multidisciplinare specifico per affrontare questo tipo di situazioni. Si tratta di un sistema “che coinvolge medici, chirurghi, gastroenterologi e anestesisti. All’arrivo del bambino in ps, anche in caso di sospetta ingestione il triage infermieristico assegna fin da subito il codice rosso. Nell’immediato viene quindi avviato il percorso diagnostico per l’individuazione della pila e, una volta localizzato il corpo estraneo, si valuta l’approccio migliore per l’estrazione. Come, di fatto, è avvenuto per la bimba di cui ti ho parlato più sopra.

Puoi capire, quindi, quanto sia importante gestire con la massima attenzione e sicurezza l’utilizzo delle pile al litio. In fatto di prevenzione, la dottoressa Piccotti consiglia di “tenerle fuori dalla portata dei bambini e di smaltirle accuratamente. Tutti gli oggetti che contengono queste pile devono essere chiusi in maniera molto sicura e i cassettini di alloggiamento vanno presidiati con chiusure a norma.

L’allarme lanciato dal Gaslini non vuole preoccuparti. Come ha spiegato la dottoressa Piccotti, l’idea nasce dal “desiderio di voler sottolineare a tutti coloro che accudiscono bambini che anche solo il dubbio dell’ingestione di una pila non deve essere sottovalutato e deve essere tempestivamente affrontato”. È possibile, è successo, non deve più succedere.

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.